DeSantis si candida: «Corro per la presidenza per guidare il grande ritorno degli Usa»

L’annuncio del governatore della Florida in conversazione con Elon Musk su Twitter danneggiato da ritardi e interruzioni. Le prese in giro del team di Biden, la denuncia di Trump: il suo slogan «Great American Comeback» è un plagio.

Prima i problemi tecnici hanno ritardato di quasi mezz’oral’inizio della conversazione tra Ron DeSantis ed Elon Musk sulla piattaforma audio Twitter Spaces. Poi quando finalmente il «lancio» della conversazione è avvenuto, usando il profilo del moderatore David Sacks, le interruzioni sono continuate. Il profilo di Biden si è fatto beffe del malfunzionamento, twittando: «Questo link funziona» (portava alle donazioni per la sua campagna elettorale). Trump ha lanciato sul suo social «Truth» un nuovo soprannome per DeSantis: #DeSaster (disastro), che proprio su Twitter è diventato virale. Un disastro che i donatori riuniti dal quarantaquattrenne governatore repubblicano della Florida al Four Seasons di Miami hanno ascoltato in diretta. I rivali del partito democratico e del team di Trump parlano di «caos», ma i titoli più aspri vengono proprio dai media di destra di Murdoch. Musk si difende spiegando che è stato il «puro entusiasmo» di poter ascoltare il governatore della Florida che si candida alla presidenza ad aver «rotto internet».

DeSantis difeso le sue politiche «anti-woke» per proibire l’insegnamento di concetti come l’identità di genere e il razzismo sistematico, dicendo di voler proteggere i bambini e opporsi all’ideologia progressista e criticando Disney con cui è in corso una battaglia legale («Il virus woke — ha detto su Fox — è in pratica una forma di marxismo culturale. È una guerra contro la verità e dunque non abbiamo altra scelta che dichiarare guerra all’ideologia woke»). Ha criticato inoltre la «politicizzazione del clima», affermando che gli uragani in Florida non sono aumentati negli ultimi sessant’anni rispetto ai decenni immediatamente precedenti. La grande incognita resta se queste posizioni come pure quelle sull’aborto (la Florida lo ha vietato dopo le prime sei settimane di gravidanza), che possono aiutarlo nelle primarie repubblicane, non sarebbero viste come troppo estreme nelle elezioni generali. Ma questa sfida per stanotte è apparsa secondaria rispetto alle prese in giro per i problemi tecnici. La candidatura alla presidenza non richiede che si dimetta dalla posizione di governatore della Florida, dal momento che il Congresso locale ha modificato il mese scorso una legge che l’avrebbe richiesto.

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