Luigi Di Maio, incarico pagato a peso d’oro: l’editoriale

L’ex capo politico del M5S e già ministro degli Esteri con Draghi assurge a un incarico di alto livello diplomatico non ancora formalizzato. Oltre le polemiche, un cachet d’oro: ecco quanto guadagnerà

“Alla persona Di Maio auguriamo buon lavoro. Suo malgrado è diventato la metafora della logica perversa del potere”. Parole dure quelle pronunciate da Giuseppe Conte, presidente del M5S, riferite a Luigi Di Maio.

Da quanto emerge, il nome dell’ex ministro degli Esteri è stato fatto fatto dall’ex premier Mario Draghi e l’Alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue, Josep Borrell.

Una nomina importante, ambita che gli dà diritto a un compenso di 13 mila euro lordi, che potrebbero salire fino a 16mila in caso di spostamenti. E che dà diritto all’immunità diplomatica con relativo passaporto, e spese coperte per l’attività svolta, compresi i collaboratori, come rivelato dall’eurodeputato della Lega, Marco Zanni, per il quale l’incarico corrisponderebbe a “quella di un AD14-15”.

Di Maio sarà incaricato di gestire gli approvvigionamenti di gas e petrolio che provengono dalla regione del Golfo Persico e anche i rapporti con l’Iran che, come noto, sono piuttosto tesi. Gli inviati speciali, a differenza degli ambasciatori, rappresentano l’Ue in un’area più vasta rispetto al singolo Stato, regioni sovranazionali e aree geopolitiche complesse, con criticità e responsabilità estese su questioni specifiche. Un incarico non da poco insomma. Ragion per cui l’esponente del Carroccio è piuttosto critico: “Luigi Di Maio durante il suo mandato come titolare della Farnesina ha creato in maniera ripetuta incidenti diplomatici con alcuni Paesi parte del Golfo Persico, non capisco come possa svolgere un ruolo cruciale di mediazione e diplomazia in una zona instabile e dai fragili equilibri geopolitici”.

Di Maio per il momento non parla e anche se per la nomina manca l’atto formale, Borrell potrebbe ufficializzarla già nelle prossime ore. “Siamo molto fedeli alle procedure e alle buone maniere. Solitamente non commentiamo sulla corrispondenza inviata dall’Alto rappresentante agli Stati membri – ha detto il portavoce della CommissioneUe, Peter Stano.

Durante il mandato di Mario Draghi (il quale, stando a quanto emerso, brigava per far fuori Conte dalla guida dei CinqueStelle), il buon “Giggino”, in cui ricopriva la carica di ministro degli Esteri, nelle elezioni del 25 settembre si è presentato con il suo gruppo di fuoriusciti sotto il simbolo di Impegno Civico ma non è stato rieletto. Dopo mesi di silenzio, oggi, per lui, una carica molto prestigiosa e dai social, coro unanime: Di Maio ha abolito la sua di povertà.

Intanto, la commissione Affari Esteri dell’Eurocamera chiede di convocare un rappresentante del Consiglio Ue per riferire sulla scelta dell’Alto Rappresentante Josep Borrell di nominare Luigi Di Maio rappresentate speciale per il Golfo. La proposta, avanzata dall’eurodeputata leghista Susanna Ceccardi, è stata approvata all’unanimità. Il presidente della commissione dovrà ora notificare la richiesta alla presidenza del Parlamento europeo. Se approvata, secondo quanto riferiscono fonti vicine al dossier, l’audizione potrebbe avvenire già nelle prime settimane di maggio.

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