Berlusconi, la leucemia cronica e l’insufficienza renale: le cure e le speranze della famiglia

Dopo i timori e il grande spavento, è il momento del cauto ottimismo. Perlomeno della speranza. È troppo presto per tirare un sospiro di sollievo, ma le condizioni di Silvio Berlusconi ricoverato dall’altroieri in Terapia intensiva al San Raffaele sono in leggero miglioramento. La diagnosi di leucemia cronica, scoperta oltre un anno fa, non è rara visti gli 86 anni compiuti. L’ex premier ora è sotto chemioterapia.

La lotta è contro i globuli bianchi alle stelle: il tentativo di farli scendere è affidato a una pastiglia, che non comporta effetti fastidiosi anche psicologicamente come la caduta dei capelli e la nausea. I forti dolori alla schiena che hanno afflitto il leader di Forza Italia negli ultimi tempi sono una delle conseguenze della malattia.

In questo contesto va inserito anche il ricovero di quattro giorni dal 27 al 30 marzo. E legati alla leucemia sono soprattutto i rischi di processi infiammatori che la grave patologia del sangue può scatenare a cascata. La polmonite è uno di questi: di qui la cura antibiotica che potrà dare a breve i primi effetti.

L’altro problema che ha fatto preoccupare è l’insufficienza renale , che ora appare sotto controllo. In chi ben conosce lo stato di salute del premier c’è la voglia di credere che anche stavolta il fondatore di Fininvest e di Mediaset darà prova della sua capacità di reagire, come già avvenuto in passato. Ma allo stesso tempo c’è la consapevolezza che non bisogna cadere in eccessi di ottimismo. Cautela, è la parola che ripete chi più gli sta vicino.

La leucemia, anche se in forma cronica, rende Berlusconi come gli altri malati un soggetto immunodepresso: in queste condizioni ogni minima complicazione può fare cambiare il quadro clinico da un momento all’altro. Il miglioramento delle sue condizioni viene, comunque, definito incoraggiante.

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