Meloni ad Abu Dhabi: siglato accordo Eni-Adnoc. Di Maio inviato nel Golfo Persico a cosa servirebbe tale figura?

La premier ha incontrato il presidente emiratino, lo sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan. Oltre all’accordo tra le due compagnie energetiche nazionali, sono state adottate due dichiarazioni di intenti, entrambe firmate dal ministro degli Esteri Tajani: una definisce le linee d’azione per il “partenariato strategico” tra Roma e Abu Dhabi, l’altra ruota intorno alla cooperazione rafforzata nell’ambito della Cop28.

La premier si dice “molto soddisfatta” del viaggio. “Entrambi i bilaterali”, quello con il primo ministro indiano Modi e quello con il presidente emiratino Mohamed bin Zayed Al Nahyan, sono “andati molto bene, sinceramente anche oltre le mie aspettative”.

Dopo l’accordo Eni-Adnoc la domanda nascerebbe spontanea del senso e dell’opportunità che avrebbe il nuovo incarico immaginato per l’ex ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ovvero quello di inviato dell’Unione europea nel Golfo Persico, non è del tutto tramontato.

Da un po’ di tempo non se ne parla, anche perché il governo italiano di Centrodestra non è favorevole, ma l’ipotesi è ancora sul tavolo. E se davvero Mario Draghi, come ha scritto Affaritaliani.it, diventasse segretario generale della Nato, potrebbe spingere e far pressione su Bruxelles a favore del suo ex ministro degli Esteri.

Ovviamente tra Draghi e Di Maio c’è un patto di ferro dopo il tradimento a Conte e al Movimento 5 Stelle. Proprio Di Maio, quasi un anno fa, dichiarò: “bisogna scegliere da che parte stare della storia. Alcuni dirigenti hanno rischiato di indebolire l’Italia”. Da lì si consolidò la garanzia per l’ex ministro degli Esteri di avere un eventuale ruolo nella scena internazionale.

Il problema semmai sono i dubbi dei Paesi del Golfo. “Mandare Di Maio nel Golfo dimostra che l’Ue non è seria”, ha dichiarato qualche giorno fa al quotidiano francese Le Monde Cinzia Bianco, esperta della regione al Consiglio europeo sulle Relazioni estere. La ragione, a suo dire, risiede nel fatto che “da ministro degli Esteri non ha avuto buone relazioni» e nel fatto che non «sia percepito come una personalità di peso”.

Opinione condivisa e rilanciata su Twitter dal capo del Centro di ricerca sulle politiche pubbliche di Dubai, Mohammed Baharoon. Che ha aggiunto sferzante: “La nomina di Luigi Di Maio deve avere un profondo senso dell’umorismo europeo che mi sfugge”. Una posizione che ha ribadito quando è stato contattato dal quotidiano in lingua inglese specializzato in Medio Oriente The National. Baharoon ha definito “difficile” l’eventualità che Di Maio possa contribuire a sviluppare relazioni positive tra l’Unione e i Paesi del Golfo, considerando che “da solo ha rovinato le relazioni del suo paese con due dei principali paesi del Ccg”.

Condividi questo post :

Facebook
Twitter
WhatsApp
LinkedIn
Email
Stampa