Corruzione, falso in atto pubblico e ricettazione. Sono le accuse mosse a due agenti di polizia municipale e ad un noto imprenditore partenopeo – titolare di diversi negozi in città – che sono stati arrestati dai finanzieri del Secondo Gruppo Napoli dalla Guardia di Finanza
Napoli venerdì 30 settembre in esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip di Napoli, su richiesta della seconda sezione della Procura di Napoli, in quanto gravemente indiziati dei reati di corruzione, falso in atto pubblico e ricettazione.
I fatti contestati risalirebbero al luglio del 2021. Secondo gli inquirenti i vigili urbani avrebbero intascato una tangente di 500 euro per “addomesticare” un accertamento eseguito in un negozio di abbigliamento della città riconducibile all’imprenditore. In esso, nel seminterrato, sarebbe stato eseguito uno scavo nonostante il locale si trovi in una zona della città sottoposta a vincolo archeologico.
Infine, l’imprenditore sarebbe stato trovato in possesso di schede carburanti, risultate rubate al comando logistico dell’Esercito.