Protagonisti tremila atleti impegnati in 20 discipline nella manifestazione che si è svolta a Torino da 4 al 9 giugno. “Lo sport è uno strumento per raggiungere la condizione ideale di chi è “diverso”, unico e totalmente incluso nella società”
Giunti alla XXXVII edizione, coinvolgono oltre 3000 Atleti, provenienti da tutta Italia, che gareggeranno in 20 discipline sportive: atletica leggera, badminton, bocce, bowling, calcio a 5, canottaggio, dragon boat, equitazione, ginnastica artistica e ritmica, indoor rowing, karate, golf, nuoto, nuoto in acque aperte, pallacanestro, pallavolo unificata, rugby, tennis e tennistavolo.
Federica, Atleta piemontese che vive in un paesino nelle valli di Lanzo, in questa edizione di Giochi Nazionali, ha rappresentato i 3mila Atleti Special Olympics che, come lei, sono stati protagonisti di un evento che è destinato a rimanere nella storia del Movimento almeno per due ordini di motivi: è stato il primo nazionale, il più atteso di sempre, organizzato in presenza dopo ben tre anni di fermo obbligato dovuto alla pandemia Covid-19 ed è stato il primo nazionale di Special Olympics organizzato a Torino, città che, da oggi in poi, sarà ancora più pronta ad accogliere la diversità come risorsa, avendo all’attivo un’esperienza inclusiva che solo un evento di tali proporzioni può donare al territorio, soprattutto in termini culturali.
E Federica, intervenuta sia in occasione della Conferenza stampa che alla Cerimonia di Apertura, ha ribadito un concetto fondamentale: “Lo sport è uno strumento per raggiungere la condizione ideale di chi è diverso, unico e totalmente incluso nella società perché ne ha diritto ed è giusto che ci siano tutte le condizioni per poterlo esercitare al meglio compiendo un percorso umano e sociale”.
Grazie ai 150 medici specialisti volontari dei programmi salute che hanno messo a disposizione degli Atleti e per tutta la durata dell’evento le proprie competenze: Opening Eyes (screening optometrico), Special Smiles (screening odontoiatrico), Fit Feet (screening podologico) e Health Promotion (nutrizione e prevenzione). Grazie agli Atleti con disabilità intellettive importanti che hanno aderito al programma MATP (Motor Activities Training Program) dandoci una più che evidente dimostrazione che non esistono limiti alla volontà. Grazie agli Atleti, con disabilità intellettive e non, perché, proprio come sostiene Federica, non esistono differenze, sia sul campo di gioco che fuori, se non come fonti di ricchezza. Grazie infine ai bambini delle scuole che hanno partecipato al programma YAP ( Young Athletes Program) perché ci hanno indicato una finestra aperta su un futuro ancora possibile, fatto di pace ed inclusione.