Dalla Rete Regionale Monitoraggio Qualità Aria – AGGLOMERATO NAPOLI – CASERTA dell’Arpac, dati aggiornati al 6 giugno 2022, si apprende che per Pomigliano d’Arco Area Asi (zona industriale) si sono rilevati 36 sforamenti di PM10.
La legge ne consente in un anno, 365 gg, non più di 35 volte e i dati sono aggiornati a due giorni fa (6.6.22)
Un allarme che la Redazione di Report Vesuviano aveva ampiamente trattato, in una diretta con il professore Marco Trifuoggi, professore di chimica analitica della Università Federico II e in vari articoli redazionali.
Proprio il professore ci spiegò, in quella diretta web, che agli atti del comune di Pomigliano d’Arco c’è un progetto del 2017 denominato MON AIR con cui veniva evidenziato, attraverso strumentazione analitica svolta dai tecnici del laboratorio ACE – Analytical Chemistry for the Environment, furono utilizzati strumenti capaci di analizzare il particolato atmosferico con diverse tecniche analitiche, in particolare, sono stati utilizzati contatori ottici di particelle (OPC) che identificano e classificano le particelle in funzione al loro diametro ottico e campionatori gravimetrici sequenziali dotati anche di contatori ad attenuazione beta che consentono la raccolta del particolato e il monitoraggio accurato delle tendenze di concentrazione di massa medie di due distinte frazioni di particolato (PM10 e PM2.5), le cause e le fonti di inquinamento e la strada da percorrere.
Tale strumento poteva essere ed è utile per trovare soluzioni concrete per affrontare il problema inquinamento lungo il territorio pomiglianese.
Purtroppo, l’effetto del contatto con le polveri sottili può provocare malattie più gravi che si manifestano più nel lungo periodo. Studi epidemiologici hanno evidenziato associazioni tra le concentrazioni del PM10 e un incremento di mortalità e ricoveri ospedalieri per malattie cardiache e respiratorie.
Dalla pagina fb di Legambiente Pomigliano commentano – oggi è un giorno triste, i dati dicono che abbiamo superato i 35 giorni consentiti – e aggiungono – quando ci interrogheremo sui nostri comportamenti individuali? –
Certamente, bisogna modificare i nostri singoli comportamenti, ma come scrivemmo da queste pagine in un articolo del 22.03.2022: innanzitutto le centraline Arpac andrebbero posizionate su tutta la direttrice est della provincia di Napoli cosi da avere un rapporto dettagliato e completo, e dunque che non riguardi solo alcuni Paesi. Incentivare l’uso della bicicletta, attraverso percorsi di sensibilizzazione e con buone pratiche di incentivazione all’uso delle piste ciclabili, se esistenti. Incentivi per l’acquisto di abbattitori di fuliggine, i quali sono dei dispositivi: con sistema ad acqua, in grado di neutralizzare il 98% delle particelle di carbonio e fino al 50% degli odori emanati durante la combustione, funzionando tramite energia elettrica, in automatico. Inoltre, misure come le targhe alterne per contrastare l’inquinamento o almeno abbassare la media. Creare sistemi efficienti di utilizzo di navette pubbliche ecologiche. Questi sono solo alcuni esempi.
Anche perché ritornando al Prof. Marco Trifuoggi in quel progetto MON AIR, commissionato nel 2016/17 dal Comune di Pomigliano d’Arco evidenziava che l’inquinamento ambientale era dato dal riscaldamento domestico (nel periodo invernale), come per i forni di pizzerie etc, ed ovviamente per l’eccessivo utilizzo delle automobili rispetto alle grosse industrie del territorio che incidono minimamente, le quali rispettano protocolli serratissimi.
Come scriveva Jim Rohn “Abbi buona cura del tuo corpo, è l’unico posto in cui devi vivere” allo stesso tempo Mohith Agadi scriveva “L’ambiente non è di nostra proprietà e non possiamo distruggerlo. Piuttosto è responsabilità di tutti e dobbiamo proteggerlo”.