Decisamente elevato il livello di fiducia degli italiani nei confronti dei loro medici di famiglia. Punto di riferimento dei cittadini anche nelle fasi più dura della pandemia, raccolgono l’apprezzamento di 8 italiani su 10. Elevata la fiducia anche presso i più giovani. È il risultato dell’ultimo Tableau de Bord® dell’Istituto Piepoli: una ricerca settimanale su un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta, per rilevarne atteggiamenti e comportamenti. I dati sono stati presentati il 25 marzo scorso dal Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, al Comitato Centrale. La fiducia è massima, 88%, tra i cittadini con più di 55 anni. Ma rimane alta anche tra le fasce d’età più giovani: ne ha “molta o abbastanza” il 79% delle persone tra 35 e e 54 anni e il 73% degli intervistati tra 18 e 34 anni.
“Soprattutto quest’ultimo è un dato molto significativo – ha commentato Anelli -. Si tratta infatti della fascia d’età in cui il rapporto con il medico è meno frequente. Evidentemente i giovani sono comunque rassicurati dal fatto di avere un proprio medico, che li conosce e li segue, pronto a intervenire e sempre disponibile anche solo per dare un consiglio, fugare un dubbio. È positivo che i giovani, che sono cresciuti cercando informazioni in rete, quando si tratta della propria salute cerchino una fonte affidabile e la trovino nel loro medico”.
“È proprio in questo legame di fiducia, di consuetudine e di appartenenza tra il medico di famiglia e il paziente che sta il senso di questa figura fondamentale del Servizio sanitario nazionale – ha concluso Anelli -. Il medico di famiglia è scelto liberamente dal paziente: una scelta che si fonda, appunto, sulla fiducia nella persona e nel professionista, e che si rinnova giorno dopo giorno. Una scelta che è alla base della relazione di cura; di più, ne è parte fondamentale, contribuendo alla riuscita dei programmi di prevenzione e delle terapie”.