Riportiamo alcuni brevi estratti di dittatori e dei loro quadri criminologici, forse i più noti del Secolo Scorso, tratti del volume della Véronique Chalmet , prima di parlare di Putin.
Stalin, figlio ottenuto da una relazione extraconiugale, sin da quando era in fasce ha subito dei maltrattamenti da parte di un padre alcolista -conosciuto in tutto il paese come “Beso il Matto”- e di una madre di facili costumi.
Entrambi lo picchiavano, il padre perché lo odiava, la madre perché lo amava.
Questa che viene classificata come Incuria e Trascuratezza in quanto vi sono omissioni e carenze nel rispondere ai bisogni sia fisici sia psicologici del bambino.
Vi rientrano anche: abbigliamento inadeguato alle condizioni atmosferiche, trascuratezza igienico-sanitaria ed alimentare.
La madre era dunque una donna violenta contro il bambini con atti sadici ripetuti.
Si tratta per lo più di giovani donne, di scarsa educazione con alle spalle storie di abusi da parte dei familiari.
Il padre, poi, anche egli perturbato, mal sopportava che il figlio potesse avere un livello di istruzione superiore al suo, proprio per questa ragione lo picchiava e lo costringeva a lavorare come calzolaio.
Da adulto, l’incapacità di provare affetto e l’incapacità di legarsi alle persone, fa sì che il dittatore russo si disinteressi persino di suo figlio; infatti quando quest’ultimo fu rapito dai tedeschi, lo fece giustiziare perché rifiutò qualsiasi accordo. Giustificò questa azione ritenendo che gli affari di guerra erano affari di guerra.
Mu’ ammar Gheddafi, anch’egli figlio illegittimo di un aviatore francese, fu forse l’unico ad essere amato e viziato, forse fin troppo, dai suoi genitori e dalle sue sorelle. In quanto unico figlio maschio, mandato dal volere divino, secondo i loro genitori, avrebbe trovato da solo il suo avvenire e avrebbe fatto grandi cose.
Il “re dell’Africa” (come egli stesso si dichiarò), passò alla storia per aver ucciso molti uomini, le cui esecuzioni venivano trasmesse con regolarità in televisione, probabilmente per far intimorire chi non voleva piegarsi alla sua dittatura.
Si tratta in tal caso di Ipercuria, ossia l’offrire in modo patologico, un eccesso di cure.
Hitler, figlio di genitori consanguinei, ha assistito sin da piccolo sia direttamente sia indirettamente alla violenza.
Il “signor padre” -l’appellativo con cui si faceva chiamare- era un donnaiolo e spesso picchiava moglie e figlio.
Una volta, il piccolo Hitler, stanco di vedere soffrire la madre per le violenze fisiche, lanciò un coltello al padre e quest’ultimo lo picchiò talmente tanto da ridurlo quasi in fin di vita.
Le innumerevoli violenze ricevute, Adolf, le riproduceva a scuola, infatti, picchiava i suoi compagni di scuola ebrei.
L’odio nei confronti del padre, lo porterà a distruggere il suo villaggio natale e da costruirci un poligono.
Come a distruggere del tutto i Padre e la sua Figura con un centro di guerra.
Inoltre diversi fattori, estrinsecatisi poi nelle teorie ariane, lo portarono ad avere una condotta incestuosa o ai limiti dell’incesto con le donne.
Mao, invece, costretto da suo padre a nutrirsi dei suoi avanzi, è anch’egli cresciuto in un clima di violenza e di ingiustizie.
Una volta cresciuto, il rancore e l’odio nei confronti di suo padre saranno talmente forti, che lo porteranno ad affermare che non gli sarebbe dispiaciuto torturarlo per potersi vendicare di tutto il male che gli aveva fatto.
Qui vediamo un odio nei confronti del Padre di cui, però, si applicano su larga scala certune condotte violenti.
L’educazione di Mussolini, invece, è stata caratterizzata da una miscela tra violenza ed indottrinamento delle idee politiche del padre.
Il padre del Duce era alcolizzato e tradiva spesso la moglie con tante donne e nonostante quest’ultima sapesse delle avventure del marito decise, comunque, di rimanere al suo fianco.
Mussolini eccelleva a scuola e nel teatro, però, anche a causa del padre maltrattante, era un bullo, infatti picchiava senza pietà i suoi coetanei .
Saddam Hussein, era il figlio indesiderato ma mandato, come Gheddafi, da Dio.
Il padre abbandonò la madre quando scoprì che era incinta, la madre tentò diverse volte di abortire.
Nonostante gli innumerevoli tentativi, Saddam nacque e lei se ne lavò le mani lasciandolo nelle mani del patrigno.
L’unico gesto d’amore che ricevette fu da suo zio, che gli regalò un’arma, che Saddam utilizzò per compiere il suo primo omicidio.
Questi estratti del volume della Véronique Chalmet ci mostra in maniera egregia il rapporto tra Criminologia e comportamento ed ideazione dei Dittatori.
E Putin? È un Dittatore? E soprattutto quale è il suo profilo criminologico?
Non è una domanda da poco essendosene interessati gli 007 Usa, che hanno prodotto una serie di rapporti di intelligence “grezza” e uno di questi cita una fonte dell’Fbi secondo cui il comportamento del leader del Cremlino è diventato “altamente preoccupante e imprevedibile” negli ultimi giorni.
Putin sarebbe “estremamente adirato” per le sanzioni occidentali e “pensa che abbiano aumentato la tensione più velocemente di quanto si aspettasse e oltre quello che considerava appropriato”
“Il medesimo, inoltre, starebbe giocando ad una manipolazione degli Stati Uniti” conclude la CIA.
Lo stato mentale potrebbe darivare dal lungo e paranoico isolamento durante la pandemia.
L’ex capo della National intelligence James Clapper ha già detto in pubblico quello che alcuni dirigenti americani dicono in privato: “Personalmente penso sia instabile, sono preoccupato per la sua lucidità mentale e il suo equilibrio”.
Per l’ex ambasciatore Usa a Mosca Michael McFaul, Putin sembra “completamente disconnesso dalla realtà”.
Il disturbo paranoide di personalità è un disturbo di personalità caratterizzato dalla tendenza, persistente ed ingiustificata, a percepire e interpretare le intenzioni, le parole e le azioni degli altri come malevole, umilianti o minacciose.
Il mondo è vissuto come ostile e guardato sempre, nei contesti più vari, con diffidenza e sospettosità, con conseguente “obbligatoria predilezione” per uno stile di vita solitario.
Sfiducia e sospettosità portano le persone che soffrono di questo disturbo ad avere un atteggiamento ipervigilante (ricercano segnali di minaccia, di falsità e di significati sottostanti nelle parole e nelle azioni altrui), ad agire in modo cauto e guardingo, ad apparire “fredde” e prive di sentimenti; questi soggetti sono, inoltre, eccessivamente permalosi, polemici, ostinati e sempre pronti a contrattaccare quando credono di essere criticati o maltrattati.
Ma come si manifesta?
La sensazione prevalente, praticamente costante, nelle persone che presentano il disturbo paranoide, è quella di minaccia, pericolo, aggressione.
Ne conseguono uno stato di allerta e di tensione fisica insopportabili.
Tipicamente le persone con disturbo paranoie di personalità, infatti, presentano pensieri del tipo: “Non si può mai abbassare la guardia!”, “Appena ti rilassi sono pronti a fregarti!”. A volte la sensazione interna assume una diversa sfumatura, quella della derisione, e gli altri, più che pericolosi, sono percepiti come sprezzanti o provocatori.
La reazione emotiva e, quindi, il conseguente comportamento variano:
- quando la convinzione è di essere, ingiustamente, vittime di un mondo ostile e umiliante prevarranno rabbia, risentimento o irritazione e la tendenza sarà quella di reagire attaccando e aggredendo;
- quando, invece, la sensazione che si vive è quella dolorosa di essere escluso, in quanto non voluto, di essere emarginato dal gruppo, prevarranno ansia, tristezza, senso di solitudine e astenia, con la conseguente tendenza ad isolarsi, a ritirarsi dal mondo.
Questi soggetti presentano, inoltre, due importanti difficoltà che si rinforzano reciprocamente.
- La prima è rappresentata dall’incapacità di porsi nella prospettiva dell’altro, di distinguere il proprio punto di vista da quello altrui;
- l’altra è la difficoltà a distinguere tra mondo esterno (realtà obiettiva) e mondo interiore (proprie sensazioni e idee). La sensazione pervasiva di minaccia, ad esempio, non viene mai considerata come un vissuto soggettivo, una fantasia o un’ipotesi, ma come un dato di realtà assoluto e certo.
Spesso le persone con questo disturbo sentono di non avere capacità sufficienti per gestire determinate situazioni e provano quindi un senso di costrizione da parte del mondo esterno rispetto alle loro scelte.
Come capire se si soffre di disturbo paranoide di personalità
Chi soffre di questo disturbo è, o spesso gli dicono di essere, eccessivamente permaloso o geloso e soprattutto sempre sospettoso, sul “chi va là”. Gli altri non ispirano quasi mai fiducia. La persona con disturbo paranoide, infatti, pensa che c’è sempre “sotto c’è una fregatura” e si aspetta di essere in qualche modo danneggiato, sfruttato o umiliato. In genere preferisce limitare i contatti con gli altri e tende ad isolarsi e a condurre, anche se con sofferenza, uno stile di vita solitario. Può alternare dei periodi in cui prevale l’ansia e la tensione, a periodi più rabbiosi e rancorosi o anche stati di depressione e abbattimento; quello che è certo è che non conduce una vita serena, ma prevale comunque uno stato di sofferenza ed una difficoltà a “vivere bene nel mondo, con gli altri”.
Alcuni di questi sintomi, tuttavia, si possono ritrovare anche in altre patologie, è quindi in genere necessario rivolgersi a persone competenti che possano fare una diagnosi seria ed accurata. Alcuni esempi: spesso nel disturbo paranoide troviamo sintomi ansiosi e/o depressivi che potrebbero farci pensare a disturbi d’ansia o a un disturbo dell’umore(disturbo bipolare e depressione); l’eccessiva sospettosità caratterizza, inoltre, anche il disturbo borderline di personalità e le idee di riferimento caratterizzano anche i disturbi deliranti e la schizofrenia; il ritiro sociale, infine, è presente sempre nel disturbo schizoide.
Non esistono, per questa patologia, delle cause certe e specifiche.
Tra i possibili fattori di rischio sembrano essere coinvolti: fattori temperamentali, caratteristiche familiari e, spesso, trasferimenti di città o di nazione.
LA Rigidità ai Valori Comunisti e dunque allo Stato del Padre con la sospettosità probabilmente dovuta al Covid sembrano le possibili cause.
Diffidenza e sospettosità portano il soggetto ad avere atteggiamenti e comportamenti che causano numerosi problemi.
La modalità di interazione spesso controllante, aggressiva e sospettosa, ad esempio, non incoraggia certo gli altri ad approcci gentili e amichevoli, ma al contrario, suscita nelle altre persone proprio il comportamento ostile o l’allontanamento temuti dal paranoico; la persona con questo disturbo si conferma in questo modo la “correttezza dell’approccio paranoide alla vita”.
Il disturbo narcisistico di personalità, invece, è caratterizzato da un modello pervasivo di grandiosità, necessità di adulazione, e mancanza di empatia.
Qualità anzi caratterizzazioni che Putin sta mostrando tutte.
Poiché i pazienti con disturbo narcisistico di personalità hanno difficoltà nella regolamentazione dell’autostima, hanno bisogno di lode e di affiliazioni con persone speciali o istituzioni.
Tendono anche, vd sempre Vladimir, a svalutare altre persone in modo che possano mantenere un senso di superiorità.
Alcune persone con questo disturbo hanno speciali doti o talenti e si abituano ad associare la loro immagine di sé e il senso di sé all’ammirazione e alla stima degli altri.
I Narcisisti sovrastimano le loro capacità ed esagerano i loro successi.
Pensano di essere superiori, unici o speciali.
La loro sovrastima del proprio valore e delle loro realizzazioni implica spesso una sottostima del valore e dei risultati degli altri.
Sono preoccupati da fantasie di grandi successi-di essere ammirati per la loro travolgente intelligenza o bellezza, di avere prestigio e influenza.
Sentono di dover socializzare solo con altre persone altrettanto speciali e di talento come loro, non con la gente comune. Questa associazione con persone straordinarie è utilizzata per sostenere e migliorare la loro autostima.
Lla loro autostima dipende dalla considerazione positiva degli altri ed è quindi di solito molto fragile. Le persone con questo disturbo spesso guardano per vedi ciò che gli altri pensano di loro e valutare quanto bene stanno facendo.
Sono sensibili e infastiditi dalle critiche degli altri e dal fallimento, che li fanno sentire umiliati e sconfitti.
Essi possono rispondere con la rabbia o il disprezzo, o possono brutalmente contrattaccare. Oppure possono ritirarsi o accettare esternamente la situazione, nel tentativo di proteggere il loro senso di auto-importanza (grandiosità). Diagnosi del disturbo narcisistico di personalità
Giovanni Di Rubba