Quirinale, via al voto, oggi alle 15

Tutto è pronto per la prima votazione per il presidente della Repubblica che, probabilmente, terminerà con una fumata nera.

‘grandi elettori’ sono 1.009 (630 deputati, 315 senatori, 6 senatori a vita e 58 delegati regionali).

Nelle prime tre votazioni sarà necessaria la maggioranza di due terzi, pari a 672 grandi elettori. Dal quarto scrutinio per essere eletto
basterà la maggioranza semplice di 505 voti.

Mario Draghi può diventare presidente della Repubblica, i veti di queste ore vanno verificati, ma la condizione perché il premier salga al Colle è che ci sia un accordo politico. Lo ha detto Matteo Renzi, ospite nella trasmissione “In mezz’ora”. “Penso che la candidatura di Draghi possa stare in piedi – vedremo se i veti da Conte a Berlusconi sono insuperabili – ma solo a condizione che abbia questo elemento politico”.

La situazione

Sia nel Centrodestra – dove sono emerse profonde divergenze sulle sorti della legislatura – sia nel Centrosinistra che fatica a trovare una linea unitaria e è orientato a prendere tempo, proponendo per le prime votazioni il “candidato di bandiera” Andrea Riccardi, ex ministro del governo Monti e fondatore della comunità di Sant’Egidio.

“Centrodestra ha più numeri ma va scelto un profilo adeguato”

Il centrodestra ha più possibilità di indicare un nome per il Quirinale, avendo più grandi elettori, ma deve essere capace di trovare un profilo giusto, che possa trovare i voti anche del “resto del Parlamento.

Tra indiscrezioni e smentite, nella rosa delle trattative ci sarebbero Pierferdinando Casini e Giuliano Amato, in grado di raccogliere consensi non unitari, ma sufficientemente trasversali. Fuori dai trascorsi propriamente politici si colloca invece Elisabetta Belloni, una carriera alla Farnesina e ora a capo dei servizi segreti. Ma oltre alla scelta per il Quirinale, è il “patto di legislatura” l’altra partita che sta impegnando le forze politiche. Soprattutto se la maggioranza che eleggerà il Presidente della Repubblica sarà diversa da quella dell’attuale Governo, con o senza Draghi al Colle

Nella storia dei 12 presidenti della Repubblica l’elezione più lunga è stata quella di Leone, che richiese 23 votazioni, oltre due settimane. Solo De Nicola (capo provvisorio dello Stato eletto nel 1946 dall’Assemblea Costituente), Cossiga e Ciampi sono stati eletti ai primi scrutini. Altri hanno superato i due terzi dei voti, ma dal quarto scrutinio in poi: Pertini, che ha ottenuto la più ampia maggioranza ‘quirinalizia’ (832 voti su 995), fu eletto al sedicesimo scrutinio, dopo ben 15 votazioni andate a vuoto.

Una volta eletto, il presidente entra in carica solo dopo il giuramento sulla Costituzione davanti alle Camere. Di solito passano alcuni giorni dal voto all’insediamento, durante i quali il Presidente uscente si dimette, per cortesia, per favorire una rapida successione.

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