La nostra bandiera compie 225 anni.
Fu infatti a Reggio nell’Emilia, nella seduta del 7 gennaio 1797, che il Congresso delle quattro città confederate di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio approvò la mozione di Giuseppe Compagnoni di rendere universale lo Stendardo o Bandiera, all’epoca Cispadana, di tre colori verde, bianco e rosso.
Il 23 marzo 1848, poi, Carlo Alberto decide di intervenire militarmente contro l’Austria e, nel momento di varcare il Ticino, ordina che il suo esercito adotti la bandiera tricolore con l’aggiunta sovrapposta dello stemma sabaudo.
Al tricolore, ormai ufficiosamente e sentitamente simboleggiante gli ideali d’indipendenza e nazionalità, si aggiunge il tradizionale stemma sabaudo rappresentato dalla croce bianca in campo rosso, orlato d’azzurro. Le bandiere tricolori tornano a sventolare in molte città d’Italia nel 1859 in occasione della guerra che vede l’alleanza franco-sarda contrapposta all’Austria
Nelle insegne dell’esercito sardo da ormai un decennio convivono i tre colori italiani e l’insegna sabauda, che inizia a campeggiare anche sui vessilli innalzati dalle città insorte in seguito alle speranze suscitate dalla guerra.
Il Tricolore con lo stemma sabaudo e la corona adottato nel 1860, viene confermato anche dopo la proclamazione del Regno d’Italia il 17 marzo 1861 e partecipa ai successivi eventi fondamentali della storia italiana: la III Guerra d’Indipendenza (1866), che porta all’annessione del Veneto al nuovo Regno, e la presa di Porta Pia (1870), con il conseguente trasferimento della capitale da Firenze a Roma.
Con la Repubblica Italiana, nel 1948, la bandiera toglierà lo stemma sabaudo e sarà menzionata addirittura tra i Principi Fondamentali della Costituzione, anzi come norma di chiusura degli stessi. Recita l’articolo 12 Cost. “La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni”.
Ma al di là di ogni referente storico è proprio questo genuino sentire che ci lega a quei colori.
Il colore che instancabile guarda al futuro. Di chi guarda a quella donna affascinante.
L’Italia è una donna maravigliosa, dolce, sincera, fertile, intelligente. È ricerca, follia, verità, matematica, scienza, sofia, libertà, responsabilità, timidezza, poesia, giustizia, intelligenza, apparenza, felicità.
L’Italia è bellezza, noi italiani dobbiamo, mossi dal desiderio, amarla. Già unita nella cultura e nella lingua da secoli, la più bella descrizione del tricolore è fatta da Dante alla vista di Beatrice, ammaliato dal suo apparire. Una apparenza manifestazione della candida purezza, della pace, della speranza, dell’amore e della passione ardente per la patria. Ossia il suo velo bianco, la cinta verde come il manto e la sua veste rossa. Canto XXX Purgatorio ‘sovra candido vel cinta d’ ulivo/donna m’apparve sotto verde manto/vestita di color di fiamma viva’.
La Bandiera è la perla preziosa che ci ricorda tale vista celestiale, ciò che ci riconosce ovunque e che ci rende Fratelli, come nella celebre poesia di Ungaretti, anche nei periodi più bui.
Fratelli e Sorelle, la Bandiera non rappresenta il Nostro Stato ma la Nostra Nazione, è la Nostra Identità, l’identità di un popolo millenario come quello italico, da sempre accogliente.
La Nostra Forza ed il Nostro purpureo Potere, la Fiamma Viva ed Ardente di Vesta che Mai si Spenge, il calore l’essere ‘e Core delle Comunità del Sud, il candore come di colomba della Nostra Religione, la semplicità di un foglio bianco che i Nostri posteri, che le Nuove Generazioni, gli adolescenti, i bambini, i rifugiati, scriveranno. Il bianco delle oche che salvarono il Campidoglio. Il Verde della Speranza e delle Comunità del Nord, forza secolare sempreverde Abete, Pino, Pianura Padana, ma anche Terra Felix campana.
Il colore di chi lavora la terra. Il colore di chi lavora in ogni settore nutrendo l’anima della nazione, dai contadini ai pastori, ai medici e sanitari, dalle forze dell’ordine agli amministratori del bene comune, dai ristoratori ai mercanti.
Siamo italiani ovunque nel mondo, siete italiani tutti voi che siete qui sul Nostro suolo.
Viva i Nostri Colori! In questi tempi difficili e di transizione, di incertezza, restino indelebili nei Nostri Cuori!
Giovanni Di Rubba