L’epoca che ci troviamo a vivere era già caratterizzata dal pericolo per l’emersione di nuovi populismo che poggiavano sulla xenofobia soprattutto dovuta ai massicci flussi migratori.
Ora è sotto il giogo di questa terribile pandemia da Covid 19.
Sono quasi tre anni che il virus Sars Cov2 ha fatto il suo prepotente ingresso, e come si parlava di “Nativi Digitali, per quelli nati sotto lo sviluppo dei computer e di “Millenians” per i nativi di questo nuovo millennio, ora può parlarsi, si spera ancora per poco, di “Nativi Pandemici”, i nati sotto il morbo atroce.
Di più è questa una malattia che tende, ahimè, a colpire soprattutto gli anziani, il nostro massimo patrimonio, coloro che vissero la guerra ed altre calamità, i nostri fari nella tempesta, le cui parole dobbiamo e dovremo continuare ad ascoltare, i loro racconti continuare a far nostri.
Tanti decessi abbiamo visto soprattutto nelle RSA, in alcune delle quali giacevano detenuti come gregge, mandrie, senza rispetto. Facilmente in balia del contagio, della morte.
Come non pensare a Paolo di Tarso letto da Heidegger ed al sempre attuale insegnamento.
Gli anziani, i nostri vegliardi della terra, figli della luce e del giorno, pastori che divengono invisibili fuori del deserto, nella notte del mondo in cui l’uomo rischia di smarrire la propria esistenza. In cui sta vivendo questa Bedrangnis, questa apprensione nella moderna notte del mondo, Endzeit, manca il prezioso loro insegnamento e la loro preziosa illuminazione, Vecklart, il compimento della debolezza dello sguardo estatico in grado di sostenere tutte le catastrofi della storia e la storia stessa come fallimento.
Trovandoci a vivere in questo medioevo digitale pandemico e postatomico come res, in una objektgeschichtlich, in una determinazione storica oggettiva manca la nostra compiutezza, che sono i nostri saggi anziani, che rendono possibile il calarci attivamente nel nostro adesso, in una vallzungsgeschichflich, in una determinazione storica soggettiva, di cui siamo realmente consapevoli e partecipi.
Consapevoli e partecipi della attuazione della vita (Vollzung des Lebens), maturi, maturati e soggetti a maturazione, a Zeitigumg.
Abitatori della terra della sera, Abendland, tenebra rischiarita non dalla gelida luce del Aufklarung, del tempo che domina e veglia beffardo e senza cuore, ma cercatori di un altro passaggio, Ubergang, che ci conduca ad un futuro d’amore e pace, che trasformi il tramonto in inizio e, noi tramontati, Untergehende, in tali tenebrose paure, in addivenienti, Zu Kunftige.
Con le vaccinazioni la situazione è di molto migliorata ma il virus, soggetto a mutazioni, ultima delle quali l’Omicron, non può non continuare a far paura. I nostri ricercatori, come saggi, ci hanno resi speranzosi dell’affievolimento della nebbia gelida, cercatori di nuovi paesaggi. E questo i giovani, i ragazzi, possono farlo senza se e senza ma, seguendo e superando la sapienza dei vegliardi e delle altre generazioni, ma facendone tesoro per una vallzungsgeschichflich e, con consapevolezza e Zeitgumg, addivenienti, Zu Kunftige.
Giovanni Di Rubba