In un mondo scosso da conflitti come quelli in Ucraina e nella Striscia di Gaza, le parole di Don Tonino Bello (Alessano, 18 marzo 1935 – Molfetta, 20 aprile 1993) risuonano con una sorprendente attualità. Questo vescovo italiano, noto per il suo impegno a favore della pace e dei poveri, ha lasciato un’eredità spirituale che continua a ispirare. La sua visione di una “Chiesa del grembiule”, simbolo di servizio umile, invita a riflettere sulla necessità di una Chiesa vicina agli ultimi e promotrice di pace.
Durante il suo episcopato, Don Tonino si oppose fermamente alla guerra del Golfo e criticò l’espansione delle basi NATO in Italia, dimostrando un coraggio profetico nel denunciare le logiche belliche. Nel 1992, guidò una marcia pacifica verso Sarajevo, allora sotto assedio, per portare solidarietà alle vittime del conflitto nei Balcani. Questo gesto simbolico sottolineò l’importanza della presenza attiva e solidale nei luoghi di sofferenza.
Oggi, Papa Francesco incarna molti dei valori promossi da Don Tonino. Il Pontefice ha più volte espresso la sua preoccupazione per la “martoriata Ucraina”, chiedendo il cessate il fuoco e promuovendo il dialogo come unica via per la pace. Nel suo messaggio di Natale, ha esortato a far tacere le armi sia in Ucraina che a Gaza, sottolineando la gravità delle crisi umanitarie in queste regioni.
Inoltre, Papa Francesco ha intensificato le sue critiche verso le operazioni militari nella Striscia di Gaza, definendo la situazione “vergognosa” e sollecitando indagini per determinare se gli attacchi israeliani costituiscano un genocidio. Ha condannato i bombardamenti che colpiscono civili, ospedali e infrastrutture essenziali, evidenziando la sofferenza dei bambini privati di elettricità e riscaldamento.
In un mondo lacerato da guerre e ingiustizie, la voce di Papa Francesco è più che mai necessaria: un faro di speranza che invita al dialogo e alla riconciliazione. Oggi più che mai c’è bisogno di Papa Francesco che ci prenda per mano e ci conduca verso la pace con la sua disarmante cristianità.
Il parallelismo tra Don Tonino Bello e Papa Francesco evidenzia una continuità nell’impegno della Chiesa per la pace e la giustizia sociale. Entrambi ci ricordano che la vera missione cristiana consiste nel farsi prossimi a chi soffre, denunciando le ingiustizie e promuovendo una cultura di pace. In tempi di conflitti e tensioni globali, il loro esempio rappresenta una guida morale e spirituale per costruire un mondo più giusto e solidale.
Se le parole di Don Tonino Bello erano profetiche: “l’Altro non è colui che ti ostacola, ma colui che ti completa”. In un tempo in cui la guerra si nutre della paura del nemico, le parole di Don Tonino Bello ci ricordano che solo riconoscendo nell’Altro un fratello possiamo costruire la pace. Queste parole sembrano congiungersi, in un filo sottilissimo, con le parole di oggi di Papa Francesco: “non possiamo abituarci alla guerra, dobbiamo costruire la pace”.