Stellantis, esplode l’ira di Pomigliano

Cresce la tensione all’indomani dell’addio di Carlos Tavares, ceo di Stellantis, al gruppo automobilistico, comunicato in anticipo di un anno sui tempi previsti dal contratto che sarebbe scaduto nella primavera del 2026.

Per lui si parla di una buonuscita di 100 milioni di euro. A incidere sull’importo, secondo indiscrezioni che l’azienda non conferma, sarebbe proprio l’uscita anticipata. Secondo alcune valutazioni, il manager avrebbe percepito uno stipendio annuale di circa 40 milioni di euro negli ultimi anni. Per questa cifra è stato definito il manager del settore automobilistico più pagato al mondo.

Anche per queste ragioni, il suo addio ha scatenato una durissima reazione da parte delle forze politiche di opposizione che lanciano critiche al governo e chiedono a Giorgia Meloni l’immediata convocazione del presidente del gruppo, John Elkann, in Parlamento.

Il ministro Urso: “Nuova fase, ci auguriamo che l’Italia torni competitiva”

“Si apre una nuova fase” con l’addio di Carlos Tavares, “in cui ci auguriamo che l’Italia torni centrale nel piano industriale di Stellantis nella piena consapevolezza di quanto importante sia la forza del Made in Italy. Mi auguro che questo ci consenta anche di essere insieme in Europa, per chiedere all’Europa di rivedere le regole che devono consentire di raggiungere l’obiettivo del 2035, per un’industria dell’auto europea competitiva con gli altri grandi attori internazionali”.

Guarda al futuro con speranza il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso, rispondendo in un punto stampa a Delhi a una domanda sulla vicenda Stellantis.

“Dobbiamo remare insieme nella stessa direzione in Italia e in Europa – aggiunge – perché l’Italia può riaffermare il valore dell’auto nella transizione ambientale e perché l’Europa deve consentire all’industria dell’auto europea di restare competitiva. Il governo italiano c’è: lo abbiamo dimostrato anche recentemente proprio in Europa con il nostro non-paper relativo al settore automotive europeo che ha ottenuto una significativa e ampia convergenza tra gli altri paesi europei e il pieno sostegno non solo della CEA, l’associazione dei costruttori europei ma di Confindustria, Bdi e Medef, le associazioni imprenditoriali di Italia, Germania e Francia, che nel loro documento finale della trilaterale sostengono le nostre stesse tesi”, ha dichiarato Urso.

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