Una riforma sul Progetto di vita (2024)

Una riforma accompagnata dal mondo associativo, che segna il passaggio dall’assistenzialismo alla valorizzazione della persona con disabilità e che innova profondamente il sistema degli accertamenti, dei sostegni e delle tutele, superando le rigidità burocratiche che lo contraddistinguono. Con i decreti attuativi della legge delega 227 del 2021, partendo dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, il cuore della riforma è il Progetto di vita, strumento sostenuto dal budget di progetto che garantisce una presa in carico completa e integrata della persona con disabilità, secondo una visione unitaria che tiene insieme tutti gli aspetti della vita quotidiana.

La riforma semplifica anche la fase preliminare dell’accertamento dell’invalidità, la cosiddetta valutazione di base, individuando un unico soggetto accertatore, riunificando le procedure esistenti ed eliminando le visite di rivedibilità, spesso un’umiliazione per le persone con disabilità e le loro famiglie, grazie a un certificato che di norma avrà durata non limitata nel tempo. Nel mese di gennaio 2025 sarà avviata, in nove province italiane(Brescia, Catanzaro, Firenze, Forlì, Cesena, Frosinone, Perugia, Salerno, Sassari e Trieste), la sperimentazione delle nuove norme e presto partirà la formazione degli enti coinvolti.
In coerenza con la Convenzione Onu, il decreto sul Progetto di vita introduce anche il principio
dell’accomodamento ragionevole e aggiorna il linguaggio sulla disabilità, abolendo dalle leggi
ordinarie parole come “handicappato” e “portatore di handicap”, per parlare finalmente di
persone con disabilità
.

Sul piano delle tutele si riqualificano le pubbliche amministrazioni per garantire ai cittadini l’accessibilità agli spazi e ai servizi degli enti e viene istituito il Garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità, un organismo indipendente di garanzia che vigilerà, raccoglierà segnalazioni e proporrà misure o accomodamenti ragionevoli idonei a superare le criticità riscontrate. Altra novità, Il G7 «inclusione e disabilità», dal al 14 al 16 di ottobre si svolgerà in Umbria il primo confronto tra i Paesi del G7 intitolato alle persone con disabilità.

Promuovere, proteggere e garantire il pieno e uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e promuovere il rispetto per la loro intrinseca dignità. Lo scopo della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, sottoscritta dall’Italia il 30 marzo 2007, è chiaro e va nella direzione di un percorso per costruire una società
in grado di assicurare parità di opportunità e di uguaglianza per le persone con disabilità. Ciò include la
possibilità di una vita indipendente; servizi sociali di qualità; accessibilità universale; un’adeguata protezione sociale; istruzione e formazione; opportunità occupazionali; un’economia sociale rafforzata. Certo, però, le Associazioni di categoria devono fare la loro parte uscendo dall’ottica di puro assistenzialismo perché questo è un percorso in risposta ai 7,6 milioni di italiani con disabilità

Entrando nel vivo della riforma, come cambia la valutazione di base?
Il testo fissa in 90 giorni la durata massima del procedimento di valutazione di base della disabilità, calcolati dalla ricezione telematica da parte dell’Inps del certificato medico introduttivo, unica istanza amministrativa prevista. Entro sei mesi l’Inps dovrà adottare una delibera con le modalità
applicative e operative della nuova valutazione di base, ancorata saldamente alla Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute (Icf). La maggiore semplificazione è l’addio
alle due fasi che finora hanno caratterizzato la valutazione: la prima davanti alle commissioni integrate Asl-Inps, la seconda alla sola commissione Inps. Con il decreto, l’Istituto nazionale di previdenza è riconosciuto come unico soggetto accertatore. Per questo si autorizza un pacchetto di assunzioni da 2.131 unità: 1.069 medici; 920 funzionari sanitari delle aree psicologhe e sociali; 142 funzionari amministrativi. A loro si affiancheranno i professionisti sanitari in rappresentanza delle associazioni di categoria. La valutazione si conclude con l’indicazione della necessità di sostegno, lieve o medio, oppure di sostegno intensivo e individua sia i presupposti per concedere l’assistenza protesica, sanitaria e riabilitativa prevista dai livelli essenziali sia i requisiti per accedere alle agevolazioni fiscali,
tributarie e relative alla mobilità. Il certificato della condizione di disabilità, inserito nel fascicolo sanitario elettronico, avrà valore illimitato nel tempo, a parte alcuni casi eccezionali da definire con decreto interministeriale entro novembre.

L’altra grande novità riguarda la disciplina del «progetto di vita» con cui la persona con disabilità può costruire, insieme all’unità di valutazione multidimensionale, i sostegni di cui ha bisogno nei differenti ambiti dell’esistenza, dalla casa al lavoro. Il progetto dovrà partire da desideri e aspettative dei singoli, assicurare il coordinamento tra i diversi piani di intervento ed essere sostenuto da un budget ad
hoc, flessibile e dinamico, in modo da poter ricomporre fondi pubblici, nazionali ed europei, e privati. Con la compartecipazione di molteplici attori si intende superare la frammentazione anche finanziaria dei servizi alla persona, a vantaggio della personalizzazione degli interventi.

Mi soffermo sul Capo III (articoli 18 e seguenti) del Dlgs 62/2024, una compiuta disciplina rispetto al cosiddetto «progetto di vita» delle persone con disabilità, identificandone finalità, oggetto, nonché modalità di elaborazione e sua concreta attuazione. Il «progetto di vita» è un documento, ma soprattutto un processo con il quale, partendo dai desideri, aspettative, preferenze e bisogni della persona con disabilità si riescono ad individuare, per quantità, qualità ed intensità, i sostegni da attivare, e come attivare, per permettere alla persona stessa di poter partecipare ai vari contesti di vita (scolastico, lavorativo, sportivo, ricreativo, etc.) che liberamente sceglie di frequentare.

Tenendo presente che come sosteneva Robert Hensel, le mie abilità sono più forti della mia disabilità

Condividi questo post :

Facebook
Twitter
WhatsApp
LinkedIn
Email
Stampa