Nel 2022 spesi oltre 222 milioni e mezzo per i campani che si sono recati fuori regione.
I pazienti della Campania preferiscono curarsi in Lombardia e nel Lazio. L’ Agenzia nazionale peri servizi sanitari regionali, di cui è presidente Enrico Coscioni, cardiochirurgo e consigliere per la sanità del presidente della giunta regionale Vincenzo De Luca — segna che la Campania, nel 2022, ha speso 222 milioni 493 mila 134 euro per i propri residenti che si sono recati fuori regione, con una preferenza del 33,8% per le strutture pubbliche
e del 66,2% per quelle private accreditate. Domanda interna 2022 è dello 0,98 (peggio soltanto quelli dell’Abruzzo con 0,97; della Val d’Aosta con 0,96; e della Calabria con 0,93).
Simile la tendenza di mobilità anche della specialistica ambulatoriale degli ultimi 5 anni
(2019-2023): al netto del valore registrato nel 2020, il trend appare in crescita evidenziando nel primo semestre del 2023 il valore più alto della serie temporale considerata (330 milioni); le principali regioni attrattive sono in ordine Lombardia, Veneto, Toscana, mentre quelle di fuga sono Campania, Calabria e Sicilia.
In Campania il costo per la mobilità ambulatoriale nel 2022 è di 59 milioni 901 mila
435 euro, con un indice di fuga totale del 3,23%. «Da evidenziare che la regione con il
saldo positivo maggiore (tra mobilità attiva e passiva) è in assoluto la Lombardia —
spiega Agenas — con un valore di circa 103 milioni. La mobilità di prossimità nella specialistica ambulatoriale ha una prevalenza maggiore rispetto alla ospedaliera: la migrazione di prossimità, rispetto al totale, risulta essere pari al Nord al 33%, al Centro
20% e al Sud 12%. La domanda di prestazioni di specialistica risulta costante nel tempo,
con maggiore richiesta di diagnostica strumentale e di prestazioni terapeutiche (circa
65%)».