Guerra Israele: cosa sta facendo Di Maio Rappresentante Ue nel Golfo?

Luigi Di Maio ha un ruolo importantissimo e delicatissimo nella complessa guerra tra Israele e Hamas che, stando ai timori degli Stati Uniti che stanno spostando una seconda portaerei nel Mediterraneo orientale, presto potrebbe infiammare tutto il Medio Oriente.

Come ben sappiamo, Luigi Di Maio dopo aver detto addio al Movimento 5 Stelle e aver fondato Impegno Civico, alle elezioni politiche del settembre 2022 si è presentato in coalizione con il centrosinistra.

Il risultato però è stato assai deludente: Impegno Civico con lo 0,6% non si è avvicinato minimamente alla soglia di sbarramento del 3%, mentre lo stesso ex ministro è stato sconfitto nel collegio uninominale di Napoli-Fuorigrotta dal pentastellato Sergio Costa.

La reazione di Di Maio al flop elettorale è stata particolare: addio al suo partito, silenzio totale e fuga dai social. L’ex golden boy del Movimento 5 Stelle però si è consolato subito, visto che ad aprile 2023 l’Alto rappresentante dell’Unione europea Josep Borell lo ha nominato – si dice su indicazione di Mario Draghi – Rappresentante speciale dell’Unione europea per il Golfo Persico.

Con lo scoppio della guerra in Israele che presto potrebbe allargarsi anche al Medio Oriente, il suo ruolo è fondamentale per l’azione diplomatica di Bruxelles; la domanda di conseguenza sorge spontanea: cosa ha fatto finora Luigi Di Maio? Su i social c’è un certo imbarazzo di chi sostiene “di maio se ci sei batti un colpo” o di chi si domanda “dobbiamo continuare a pagare lo stipendio?”

“In merito agli spaventosi attacchi e alle violenze di Hamas contro Israele e i suoi cittadini e alla tragica perdita di così tante vite innocenti – ha dichiarato Di Maio al termine del summit -, il Consiglio congiunto ha chiesto di fermare tutti gli atti di violenza e qualsiasi misura unilaterale e ha sostenuto gli sforzi dell’Arabia Saudita, dell’Unione Europea e della Lega degli Stati Arabi per rilanciare il processo di pace in Medio Oriente, in collaborazione con l’Egitto e la Giordania, per contribuire a porre fine alla violenza e avviare il percorso verso la pace e la sicurezza e in linea con l’impegno per una soluzione a due Stati”.

Su Twitter – il social rinominato ora X che da tempo è usato dai principali esponenti politici di tutto il mondo per rilasciare commenti ufficiali – Di Maio ha aggiunto che “l’Ue è solidale con Israele, che ha il diritto di difendersi in linea con il diritto internazionale, di fronte a tali attacchi violenti e indiscriminati”, condividendo un post del suo “capo” Borrell e dando notizia dei vari incontri avuti.

Luigi Di Maio però è finito anche nel mirino dei social per alcuni suoi strafalcioni in inglese, fatti notare dalla trasmissione Propaganda Live e poi ripresi da Libero che gli ha dedicato un articolo.

A far discutere è un suo recente tweet in cui, con tanto di foto istituzionale, racconta l’incontro con lo sceicco Salem Abdullah Al Jaber Al Sabah, ministro degli Esteri del Kuwait. Di Maio sfoggia un inglese fresco fresco da corso di aggiornamento: «Very honoured to meet today H.E. Sheikh Salem Abdullah Al Jaber Al Sabah, Foreign Minister of Kuwait@MOFAKuwait. Very much convergence about looking at new avenues to deepen strategic partnership&advance diplomatic solutions to regional security». Questo il testo del messaggio che accompagna la foto. Passano pochi minuti e viene subito travolto dalle correzioni di chi l’inglese l’ha studiato per bene e sa riconoscere gli strafalcioni dell’ex “Foreign Minister” italiano. Diversi utenti su Twitter gli hanno fatto notare che in quella didascalia «manca il soggetto». Errore da matita rossa. «Very much convergence about non è inglese». E ancora: «New avenues non vuol dire nulla, in questi casi si usa new ways». Finito qui? No. L’analisi del testo sul messaggio di Di Maio prosegue senza sconti sui social che ormai sono scatenati. Arriva l’affondo più pesante: «Solution to regional security manca il verbo (improve?)», tuona un utente. Ma sotto al post di Di Maio arrivano anche critiche sotto il profilo tecnico: «La tag non è cliccabile e dopo ogni parola si usa un solo spazio».

Inglese a parte, la diplomazia comunitaria in questo momento è nelle mani di Luigi Di Maio per quanto riguarda i rapporti di Bruxelles con i Paesi del Golfo Persico: se la guerra dovesse coinvolgere anche l’Iran, il suo ruolo diventerà decisivo e magari potrà decidere anche di rilasciare un’intervista come non avviene dalla campagna elettorale delle ultime politiche.

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