Gamba potente, dribbling spinto, corsa veloce: le caratteristiche sono queste, ma a fare la differenza nella stagione successiva allo scudetto sono probabilmente i metri di campo che percorre. Tatticamente il Napoli gioca in maniera differente, in molte fasi della partita Kvara fa il terzino, chiamato a dare sostegno alla difesa bassa che Garcia dispone sul campo. Non salta l’uomo, vero. Ma fare trenta metri palla al piede non è la stessa cosa che farne ottanta: lui arriva in area, punta l’uomo, ma non ha la lucidità per saltarlo. Diventa prevedibile.
Kvara deve stare più vicino all’area avversaria! Lì incide. Lì è devastante.
Con Spalletti, Kvara aveva confronti quotidiani, colloqui anche più incisivi e bruschi che in qualche modo servivano da stimolo. Sostituito tante volte anche la scorsa stagione, però mai veramente messo in discussione come in questo inizio di stagione.