Luigi Di Maio sceicco d’Arabia con un tesoretto di 1,8 milioni

Quanto pagano i contribuenti europei per il Grand Tour arabico di Luigi Di Maio? La risposta si trova all’art.5 della decisione del Consiglio dell’Unione europea del 15 maggio scorso: «L’importo di riferimento finanziario destinato a coprire le spese connesse al mandato dell’RSUE (Rappresentante Speciale della UE) per il periodo in questione dal primo giugno 2023 al 28 febbraio 2025 è pari a 1.800.000 euro». Un milione e ottocentomila euro per 21 mesi di lavoro. È bene ricordare che l’ex ministro degli Esteri italiano oggi percepisce uno stipendio di circa 16mila euro al mese. Soldi compresi nel budget di 1,8 milioni che serve a Di Maio anche per pagare l’intera attività che è chiamato a svolgere nei Paesi del Golfo, a partire dal “team” che lo supporta.

L’ufficio di Di Maio si trova a Bruxelles, presso il Seae, il Servizio europeo per l’azione esterna. Grazie al budget che gli è stato messo a disposizione vengono pagati gli stipendi del personale, i viaggi, gli hotel, l’affitto dell’ufficio e dei computer, oltre all’organizzazione delle conferenze.

In molti si chiedono quali siano i risultati raggiunti da Di Maio in questi primi tre mesi e mezzo da rappresentante europeo nel Golfo. Per adesso i contribuenti europei stanno pagando di tasca loro uno stipendio d’oro in una selezione che di fatto non c’è mai stata, sappiamo che ha vinto la linea di Mario Draghi. Intanto, cercasi risultati concreti!

I deputati europei della Lega hanno più volte cercato di fare luce su quali siano gli obiettivi concreti del lavoro di Di Maio e se la sua nomina abbia rispettato le procedure previste dalla normativa europea. Il 26 aprile scorso, Paolo Borchia, del gruppo Identità e democrazia, ha presentato un’interrogazione a Borrell per conoscere «con quali criteri e con quale metodologia sia stato condotto il processo di selezione per l’incarico assegnato all’ex ministro Di Maio», e per sapere quali siano «gli obiettivi e le tempistiche fissate per il raggiungimento degli obiettivi stessi inerenti alla missione che il nuovo inviato dovrà portare a termine». La risposta dell’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione è arrivata il 9 giugno: «Le istruzioni per la nomina, il mandato e il finanziamento dei rappresentanti speciali dell’Ue dell’11 marzo 2014 sono state pienamente rispettate. Il mandato principale del nuovo rappresentante speciale dell’UE sarà sviluppare ulteriormente un partenariato più forte, globale e più strategico con i paesi della regione del Golfo, sostenendo l’AR/VP (Alto rappresentante e vicepresidente, ndr) nell’attuazione degli aspetti di politica estera e di sicurezza di cui alla comunicazione congiunta dell’UE “Un partenariato strategico con il Golfo”, del 18 maggio 2022, e alle correlate conclusioni del Consiglio del 20 giugno 2022».

Condividi questo post :

Facebook
Twitter
WhatsApp
LinkedIn
Email
Stampa