Luigi Di Maio politico dalle sette vite. Vittorio Feltri smaschera i voltafaccia dell’ex segretario grillino che poi voltò le spalle perfino allo stesso Movimento Cinque Stelle. Negli anni ha criticato aspramente l’Europa e la sua politica economica. Poi, però, ce lo ritroviamo addirittura come inviato speciale della Ue nel Golfo Persico. Ne parla Vittorio Feltri nel suo editoriale pubblicato il 17 settembre su Il Giornale. “Nel 2013 l’Europa era nemica, qualcosa di cui liberarsi; l’euro un danno, qualcosa da eliminare – scrive Feltri nel suo editoriale – Nel 2015 Di Maio sostenne strenuamente il referendum promosso in Grecia per abbandonare l’UE. Nel 2018, l’Europa per Gigino faceva ancora tanto schifo. Anzi, proprio nell’ottobre del 2018 Di Maio avanzò una previsione come fosse Nostradamus, o Paolo Fox, fate voi: «Questa Europa tra tre mesi è finita»”.
Poi, però, lo stesso Di Maio come per miracolo è diventato improvvisamente inviato speciale dell’Ue nel Golfo Persico. “Sta di fatto che l’ex cinquestelle, che per fare il nunzio europeo guadagna circa 12mila euro netti al mese con regime fiscale agevolato e copertura integrale delle spese dello staff – prosegue Feltri su Il Giornale – è già in piena attività di messo della UE. Già, lui, proprio lui che fece visita ai Gilet Gialli che in quelle settimane stavano mettendo a ferro e fuoco Parigi dando quasi origine a un incidente diplomatico, proprio lui che indicò Pinochet quale dittatore del Venezuela, proprio lui che chiamò Xi Jinping «il presidente Ping».