Terremoto in Marocco, oltre 2mila morti. Si continua a scavare, zone rurali ancora isolate

I soccorritori faticano a raggiungere le aree vicine a dove è stato registrato l’epicentro del sisma : “Quando cerchiamo di creare nuovi accessi, si aprono voragini. Non c’è elettricità e gli elicotteri non possono lavorare di notte”, spiega Abdelrahim Aid Douar, sindaco di Tata N’Yaacoub. Polemica sugli aiuti: Rabat avrebbe accettato squadre soltanto da quattro Paesi, la Spagna, il Regno Unito, gli Emirati Arabi Uniti e il Qatar

Mentre il Re Mohammed VI ha chiesto alle autorità e ai cittadini di pregare in tutte le moschee del Regno, monta la polemica per gli aiuti. Il Marocco avrebbe accettato squadre di soccorritori soltanto da quattro Paesi – la Spagna, il Regno Unito, gli Emirati Arabi Uniti e il Qatar – mentre tutte le altre persone che stanno aiutando sono volontarie. La denuncia arriva anche dal presidente della Ong francese Secouristes sans Frontières, Arnaud Fraisse: “Normalmente avremmo preso un aereo che decollava da Orly un minuto dopo il sisma. Purtroppo non abbiamo ancora l’accordo del governo marocchino”. Da molti Paesi è comunque partita la gara di solidarietà. L’Algeria ha proposto un piano urgente per fornire aiuti, qualora Rabat volesse accettarlo visto i rapporti con i vicini. L’Italia, tramite il ministro degli Esteri Antonio Tajani, si è detta pronta a inviare aiuti e team sanitari. Come hanno fatto la Francia, la Turchia e gli Stati Uniti. Solo a Marrakech, afferma l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), sono in 300mila ad aver bisogno di aiuto.

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