Il Sindaco pescatore e i troppi silenzi della società civile (L’Editoriale)

Il prossimo 5 settembre saranno trascorsi tredici anni dall’assassinio, fin qui impunito, del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo. Tredici anni di annunci, all’individuazione dello o degli assassini e, forse, dei mandanti, seguiti da incertezze, quindi, dal silenzio per poi riprendere a dare segnali di novità.

<<La Procura Antimafia di Salerno e l’Arma dei Carabinieri, senza sosta, proseguono le indagini sul materiale sequestrato il 27 luglio 2022 ai nove indagati implicati a vario titolo nell’uccisione di Angelo Vassallo>>.

L’ex sindaco di Pollica è stato ucciso con nove colpi di semiautomatica Tanfoglio Baby, calibro 9×21, esplosi da uno o più sconosciuti, nella tarda serata del 5 settembre del 2010 mentre tornava a casa in auto nella frazione di Acciaroli. In più di 12 anni non abbiamo mai smesso un attimo di lottare per ottenere giustizia per nostro fratello», affermavano Dario e Massimo Vassallo.

Tra gli indagati per l’omicidio Vassallo c’è il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, che all’epoca dell’omicidio trascorreva le vacanze a Pollica e sembra aver avuto una breve relazione con la figlia di Vassallo, Giusy. Perquisita la sua abitazione a Frosinone, dove ora vive. Nove persone sono indagate a vario titolo, come si legge in una nota a firma dello stesso procuratore. I reati ipotizzati sono omicidio e associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Trova conferma dunque l’ipotesi che si era fatta strada fin da subito: Vassallo fu assassinato perché si opponeva allo spaccio di droga nel suo Comune.

In particolare la Procura contesta l’omicidio in concorso ai tre carabinieri: Fabio Cagnazzo, Lazzaro Cioffi e Luigi Molaro. E anche a Romolo e Salvatore Ridosso e Giuseppe Cipriano. L’associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti è contestata a Cagnazzo, Cioffi, Molaro, Cipriano e a Domenico, Giovanni e Federico Palladino. Giuseppe Cipriano, imprenditore che ha gestito il cinema di Pollica, era già stato interrogato in passato. Il colonnello Fabio Cagnazzo e il brigadiere Lazzaro Cioffi hanno lavorato assieme per molti anni quando l’ufficiale comandava il nucleo operativo del gruppo di Castello di Cisterna. Le indagini, si legge ancora nella nota, vertono anche sui clamorosi depistaggi che per tutto questo tempo hanno impedito di fare luce sul delitto. In passato era stato iscritto nel registro degli indagati il brigadiere dei carabinieri Lazzaro Cioffi, per molti anni in servizio al nucleo investigativo di Castello di Cisterna e arrestato poi per traffico di droga, che è tra le persone che sono state perquisite. Era stato stretto collaboratore di Cagnazzo.

l decreto di perquisizione, ha spiegato Borrelli, si basa su «una parte degli elementi raccolti in più di un decennio di attività investigative svolte dalla procura di Salerno fin dall’indomani del delitto. Indagini che hanno beneficiato, peraltro, di un proficuo collegamento investigativo con la Direzione distrettuale antimafia di Napoli». Un collegamento che ha consentito di utilizzare i risultati di attività tecniche svolte dalla Dda napoletana nell’ambito di altre inchieste.

La gestione Vassallo era esemplare, stimolando una quotidiana partecipazione dei cittadini tutti alle scelte del Comune e con l’intento di tagliare l’erba sotto i piedi delle diverse forme di criminalità. Queste nel Cilento cominciavano a proiettarsi con, in primis, il traffico di droga dal cui mondo, secondo le investigazioni non approdate però a certezze, potrebbero provenire la mano dell’assassino e la decisione del o dei mandanti. Con il sindaco, pescatore, diffusamente noto per le grandi capacità progettuali e amministrative e per il rigore, il mare di Pollica, innanzitutto con Pioppi ed Acciaroli, aveva guadagnato i primi posti nelle graduatorie della purezza delle acque.

Per casi del genere in Campania bisogna tornare indietro al 1980, con l’uccisione del sindaco di Pagani Marcello Torre ad opera della camorra e, ancora più indietro, a quello che si ritenne un rapimento nel 1953 del sindaco di Battipaglia, Lorenzo Rago, del quale nulla si è poi più saputo.

Oggi, la meravigliosa Costa cilentana avrebbe bisogno di successori a 360 gradi di Vassallo!

Su Le Monde, Angelo Vassallo fu definito da Alain Faure un «profeta locale e planetario». Si trattava, per lo studioso, di una figura in grado di precorrere i tempi, di fare oggetto della propria attività politica temi e sfide che soltanto in seguito sarebbero diventati patrimonio della comunità locale, da un lato, e planetaria, dall’altro. Annunciare e guardare più lontano di tutti: ecco, il compito del profeta.

Quando Angelo Vassallo faceva di tutto per salvare dall’estinzione il giglio marino, un tipo particolare di giglio bulboso che cresce sulla spiaggia di Pollica e che, se esposto all’incuria dei bagnanti, sarebbe presto scomparso, non dice soltanto un fermo “no!” ai meri interessi economici, ma mostra un ideale di sviluppo, ben precisa: non siamo i soli abitanti del territorio, ne siamo gli ospiti, allo stesso modo delle piante, del mare e della terra, che bisogna rispettare. Non possessori, ma affittuari tenuti a prendersi cura della casa che abitiamo. Vi è dunque un’idea di prosperità inseparabile da quella di misura: la comunità prospera ed è bella, se ogni cosa sta al suo posto, se le parti sono in equilibrio.

Ciò che manca è una sana estesa partecipazione e reazione della società civile sulla vicenda dell’uccisione del sindaco e il prossimo 5 settembre si chiederanno impegni concreti?

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