Nel parco archeologico di Pompei scoperto un affresco con un vassoio con una antica pizza. Il ministero della Cultura: “È un antenato della pietanza napoletana”
Dal Parco Archeologico di Pompei riaffiora un nuovo affresco. Una natura morta che raffigura un vassoio con varie pietanze e sopra sembra esserci proprio il prototipo di una antica “pizza”. Non la margherita odierna, ovviamente, perché all’epoca non c’erano ancora pomodori e mozzarella, ma qualcosa di molto simile, una focaccia, condita con spezie e pesto, probabilmente, e farcita con vari prodotti. Il paragone con la celebre pietanza partenopea viene confermato anche dal ministero della Cultura, guidato dal ministro Gennaro Sangiuliano, che in una nota scrive: ” Sembra una pizza, quello che si vede su un dipinto pompeiano di 2000 anni fa, ma ovviamente non lo può essere, a rigore, dato che mancavano alcuni degli ingredienti più caratteristici, ovvero pomodori e mozzarella”.
Da un passo nell’Eneide di Virgilio (libro VII, v. 128 sgg.), si può dedurre il posizionamento di frutta e altri prodotti dei campi su pani sacrificali che fungono da “mense”: nel momento in cui gli eroi troiani mangiano dopo la frutta, anche i pani usati come contenitori (mense) , si accorgono nell’epos virgiliano, che si è verificata la profezia secondo la quale avrebbero trovato una nuova patria, quando “spinto a lidi sconosciuti, esaurito ogni cibo,” la fame li avrebbe portati a “divorare anche le mense.”
Sorbillo: “L’affresco dimostra quanto la pizza sia radicata qui” (ANSA) – “Mi emoziona tantissimo vedere quel dipinto, è un sogno ad occhi aperti. Ha una forma circolare, mi viene d’istinto chiamare quel piatto ‘pizza’”
Eppure Pompei non finisce mai di stupire !
La scoperta nell’Insula 10 della Regio IX.
L’affresco è stato rinvenuto nell’atrio di una casa dell’Insula 10 della Regio IX in corso di scavo, a cui era annesso un panificio, già esplorato in parte tra il 1888 ed il 1891 e le cui indagini sono state riprese a gennaio scorso. Le strutture scavate nell’800 e parzialmente a vista facevano già supporre la presenza di un ampio atrio con la classica successione degli ambienti sul lato orientale e, sul lato opposto, l’ingresso al settore produttivo del forno. L’atrio è stato liberato dal materiale di risulta degli scavi ottocenteschi rivelando il crollo delle coperture, all’interno dello strato di pomici bianche e una porzione residuale degli strati vulcanici da flusso (cineriti) nel settore meridionale. Negli ambienti di lavorazione vicini al forno, nelle settimane passate, sono stati rinvenuti gli scheletri di tre vittime.
L’eruzione del Vesuvio ebbe inizio il 24 agosto 79 d.C. Nell’arco di due giorni, la città di Pompei venne completamente distrutta: ricoperta dalla lava, la vita dei suoi abitanti e della città ebbe fine.
La scoperta di Pompei avvenne nel 1748, dopo gli scavi di Ercolano, per volere di Carlo III di Borbone che credeva di essere sulle tracce di Stabia. La smentita arrivò quando venne ritrovata un’epigrafe nella quale si parlava chiaramente della Res Publica Pompeianorum.
Naturalmente non è possibile visitare tutti gli scavi in un’unica volta. Sono troppo vasti. Si estendono infatti per 44 chilometri quadrati e per visitarli tutti per intero si impiegherebbero almeno 2 giorni.