Russia: il ritiro della Wagner. Prigozhin sparito. Blinken e Macron: crepe nella leadership di Putin. Pechino: sostegno a Mosca

“La crisi in Russia rivela crepe nel sistema di potere di Vladimir Putin”.

Lo ha detto il segretario di Stato americano Antony Blinken.

“Al momento non abbiamo notizia di nessun capo militare cacciato da Putin”, ha aggiunto Blinken avvertendo che “bisognerà aspettare le prossime settimane per capire gli sviluppi”.

La rivolta del capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha mostrato “le divisioni che esistono nel campo russo, la fragilità sia delle sue forze armate che di quelle ausiliari”. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron, in un’intervista a La Provence, aggiungendo di aver “seguito gli eventi di ora in ora, in contatto con i principali partner della Francia”. “La situazione resta in evoluzione”, ha concluso invitando a restare “molto vigili”.

La Cina sostiene la Russia “nel mantenimento della stabilità nazionale”. E’ quanto si legge in una dichiarazione del ministero degli Esteri postata sul suo sito web in merito al caos creatosi in Russia sulle vicende collegate al gruppo Wangner nel fine settimana. “Questi sono affari interni della Russia”, precisa la nota, secondo cui “in qualità di vicino amichevole e partner di cooperazione strategica globale nella nuova era, la Cina sostiene la Russia nel mantenere la stabilità nazionale e nel raggiungere lo sviluppo e la prosperità”.

l leader bielorusso Aleksandr Lukashenko, che ieri ha mediato con Prigozhin per fermare l’avanzata delle truppe Wagner in Russia, ha avuto oggi colloqui telefonici con il presidente russo Vladimir Putin e l’ex presidente kazako Nursultan Nazarbayev. Lo scrive l’agenzia Belta, secondo quanto riferisce la Tass.

“Per Putin è l’inizio della fine, è in un grosso guaio in questo momento”. Ne è convinto Mikhail Kasyanov, ex primo ministro russo sotto Putin dal 2000 al 2004, che da quando è stato silurato è diventato uno dei principali critici dello zar. In un’intervista alla Bbc, Kasyanov sostiene che dopo la sfida di ieri “Prigozhin prima andrà in Bielorussia, ma penso che da lì si sposterà in Africa e sarà da qualche parte nella giungla o qualcosa del genere… Putin non può perdonarlo per quello che gli ha fatto”. Il boss della Wagner, osserva l’ex premier russo, “ha distrutto la stabilità di Putin e ora la sua stessa vita è un punto interrogativo…”

“C’è sempre grande considerazione da parte degli Stati Uniti per il governo italiano. Ricordo le parole di grande riconoscimento di Blinken” durante la recente visita del titolare della Farnesina a Washington. Lo ha detto lo stesso ministro degli Esteri Antonio Tajani durante ‘In mezz’ora’ rispondendo ad una domanda sulle consultazioni di Joe Biden con alcuni leader europei sulla crisi in Russia tra i quali non c’era Giorgia Meloni. “Noi siamo un grande Paese – ha aggiunto Tajani -, se l’Europa è ferma a difesa dell’Ucraina lo si deve anche grazie al governo italiano. Il sistema Europa si regge anche grazie anche al nostro Paese”.

A meno di 24 ore dall’intervento di Minsk, il leader della milizia privata Prigozhin, sembra scomparso nel nulla. Secondo il New York Times, che cita fonti di intelligence, autorità Usa erano state informate da giorni dei piani del capo del gruppo di mercenari Wagner.

Intanto, l’Istituto per lo studio della guerra (Isw) sostiene che l’ammutinamento di Prigozhin sarà pure fallito, ma il Cremlino si trova ora ad affrontare una situazione “profondamente instabile”. Nel frattempo in un’intervista a Rossiya 1 registrata il 21 giugno scorso e di cui riferisce oggi la Tass, Vladimir Putin afferma che la sua priorità è l’attenzione all’operazione militare speciale in Ucraina. “Così comincio la mia giornata e così la finisco”, afferma il presidente russo.

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