Frederick, il clochard gentile massacrato di botte in strada. Sulla sua panchina fiori e ceri (L’Editoriale)

L’aggressione di notte a Pomigliano. Si cercano due giovani. La gente sotto choc: «Era buono». Il Comune pagherà i funerali.

È stato massacrato di botte in strada, ma non ha chiesto aiuto: si è rifugiato in un cortile condominiale, dove è stato soccorso da un’ambulanza. Chi ha chiamato il 118 ha pensato a un malore: solo più tardi, quando il clochard è morto nell’ospedale di Nola, su input dei medici sono state avviate le indagini ed è saltata fuori la verità: Frederick Akwasi Adofo, 43 anni, gambiano, era stato picchiato.
L’aggressione è avvenuta in provincia di Napoli, a Pomigliano d’Arco, in via Principe
di Piemonte, nella notte tra domenica e lunedì.

Ci siamo svegliati tutti Frederik, nasconde certamente un velo di ipocrisia di tutti noi che fino ad oggi siamo stati indifferenti a questa solitudine, a questo grido di dolore. Quanti Frederik ci sono? E noi quante volte giriamo la faccia? Servire i poveri, non servirsi dei poveri diceva don Milani.

Sembra che i teppisti (per non dire altro) avevano già aggredito Frederick alcuni mesi fa. Troppe volte vengono sottovalutati segnali ed episodi che invece andrebbero subito presi in considerazione. Quello della violenza giovanile contri i fragili è un fenomeno trasversale, che riguarda tutte le classi sociali. Ci vogliono leggi serie e la presenza dello Stato.

Nell’attesa che vengano individuate strategie e soluzioni per aiutare i senza dimora, si potrebbe partire dalle scuole e spiegare ai ragazzi come ciò può accadere e come ci si sente. E anche questo può aiutare a rendere le comunità, zone più umane e combattere fenomeni di assoluta violenza.

Fermo restando che le azioni di impegnarsi verso l’Altro si fanno con l’esempio. Si fanno silenziosamente senza slogan. Ma si fanno quotidianamente. «L’altro è un volto da scoprire, da contemplare, da togliere dalle nebbie dell’omologazione, dell’appiattimento; un volto da contemplare, da guardare e da accarezzare» diceva il beato don Tonino Bello.

Strumentalizzare le situazioni non giova a nessuno, accresce solo smarrimento.

Giusto per dare qualche dato, a Napoli il welfare per i senza dimora è fermo a qualche mese fa, lo sgombero dei clochard appare l’unica azione di rilievo. Dei 150 posti banditi dal Comune per la bassa soglia, cioè la prima accoglienza, la metà è andata deserta.

Secondo l’Istat i senzatetto presenti in Italia sono, in riferimento al 2021, 96.197. Di questa cifra il 38% è rappresentata da stranieri provenienti in oltre la metà dei casi dall’Africa. Si tratta per la maggior parte di uomini con un’età media di 41,6 anni che arriva a 45,5 per i soli italiani.

In attesa di conferme ufficiali sulle dinamiche da parte delle forze dell’ordine che hanno portato alla morte di una persona senza dimora, il sindaco Lello Russo ha annunciato che il Comune di Pomigliano d’Arco si farà carico dei funerali dell’uomo, perché la città è sempre stata «accogliente e generosa verso tutti». «Ci sono ancora lati oscuri che aspettiamo di conoscere dalle indagini – ha detto Russo – sappiamo, da quello che dice chi lo conosceva, che era una brava persona, che viveva di elemosina e dormiva nel parco.

Una marcia silenziosa è stata annunciata per giovedì ore 20.30 presso il parcheggio supermercati piccolo in via Gramsci dal parroco della chiesa di San Francesco, don Pasquale Giannino con l’adesione delle altre comunità parrocchiali.

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