Il no di Schlein al figlio di De Luca

Sarà anche vero, come esulta il governatore ‘eterno’ della Campania (è arrivato al secondo mandato, è in carica dal 2015, scade nel 2025, ma punta al terzo: “mi ricandiderò in eterno”, dice), Vincenzo De Luca, che “lo scudetto del Napoli ha fatto godere tutti”, ma c’è un dato politico che lo mette di malumore ed è la “guerra” che gli fa Elly Schlein. De Luca, al congresso, ha appoggiato Bonaccini e la Schlein aborre i metodi ‘familistici-amorali’ nel fare politica, ma la segretaria del Pd ora gli muove guerra proprio sul piano degli ‘affetti’. E qui entra in gioco la figura del figlio, Piero De Luca jr. Deputato alla seconda legislatura, carattere solare e molto meno spigoloso del padre, esponente di Base riformista, Piero De Luca è, da inizio legislatura, prima che la Schlein vincesse il congresso, vicecapogruppo del Pd alla Camera. La Schelin ha già cambiato i due capigruppo, promuovendo i fidatissimi Boccia al Senato e Braga alla Camera, e ora vuole mettere mano all’organigramma interno ai gruppi. Al Senato resterebbero gli uscenti Franco Mirabelli, Beatrice Lorenzin con Alfredo Bazoli al posto di Alessandro Alfieri, ora in segreteria come responsabile Riforme. Primo stallo. Bazoli non diventerebbe vice-presidente vicario mentre l’area dei neo-ulivisti gli contrappone Antonio Nicita. Alla Camera, il nome che ha bloccato tutto è stato proprio quello di De Luca. La Braga, area Franceschini, ha proposto una mediazione che prevedeva la conferma di De Luca jr come vice, insieme a Simona Bonafè e Veronica Ghio per la sinistra dem, al posto di Peppe Provenzano, ora diventato responsabile Esteri del partito, ma il Nazareno ha bloccato tutto. E così, al posto di De Luca, è spuntato quello di Andrea De Maria. Fonti parlamentari dem spiegano che “il confronto è ancora in corso”, che “lo scopo è garantire il ricambio nel rispetto del pluralismo interno”. La Schlein e la sinistra interna, oggi al comando, vogliono dare un segnale di rinnovamento, ma pure di ‘guerra’ a ‘cacicchi’ e ‘ras’ delle tessere. Insomma, la Schlein e i suoi non vogliono ‘venire a patto’ con De Luca sr, per interposta persona. L’ala riformista si è messa di traverso e gode di numeri rilevanti per fare scherzi. La minaccia della conta interna o di una plateale uscita di scena al momento del voto è concreta.

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