Napoli, ucciso e sciolto nell’acido “per errore”: la famiglia rifiuta il risarcimento dei killer

L’omicidio del 26enne operaio Giulio Giaccio avvenne il 30 luglio 2000. Fu scambiato per l’amante “sconveniente” della sorella divorziata di uno dei due sicari, esponenti del clan Polverino

Per l’omicidio di Giulio Giaccio, ucciso “per errore” a Napoli, e poi sciolto nell’acido, i familiari della vittima non vogliono soldi. “Confidiamo esclusivamente nelle determinazioni dell’autorità giudiziaria. Chiediamo giustizia per chi ha spento il sorriso di Giulio”, hanno detto. Per questo hanno rifiutato la proposta di risarcimento danni da parte dei due uomini arrestati per essere stati i mandanti dell’omicidio dell’operaio 26enne: Salvatore Cammarota e Carlo Nappi, 56 e 64 anni, esponenti di spicco del clan Polverino. Alla vigilia dell’udienza preliminare, Nappi ha offerto 30 mila euro, Cammarota altri 30mila, più alcuni immobili del valore stimato di 120mila euro. Si tratta – hanno detto – del “massimo sforzo economico” che possono sostenere. Ma la famiglia di Giaccio ha respinto al mittente l’offerta.

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