Giancarlo Giannini, gli ottant’anni del grande attore italiano 

Nato a La Spezia il 1° agosto 1942 Giancarlo Giannini, uno dei più grandi attori italiani e molto amato anche a Hollywood, compie oggi ottant’anni

Intenso, travolgente, versatile come pochi altri attori. Nella sua carriera, iniziata nel 1965, Giancarlo Giannini è passato con disinvoltura e bravura dai ruoli brillanti nelle commedie all’italiana a quelli drammatici.  Oggi, 1° agosto, compie 80 anni, è stato un interprete fondamentale nel cinema italiano, erede della prestigiosa scuola teatrale nazionale ed esponente di spicco della nuova generazione nata e cresciuta nel dopoguerra, istrione che rinnova la tradizione grottesca dei mostri della commedia proiettandosi nel mercato internazionale come baluardo della cultura europea.

Diretto dai più grandi registi italiani e internazionali

Il nome di Giancarlo Giannini resta legato indissolubilmente a quello di Lina Wertmüller per tutti i capolavori sopracitati, ma l’attore è stato diretto anche da registi italiani come Luchino Visconti, Mario Monicelli, Dino Risi, Alberto Lattuada e Pupi Avati, per citarne solo alcuni.

Il suo smisurato talento non poteva ovviamente fermarsi dentro i confini nazionali: sbarcato a Hollywood nel nel 1975 con “Pasqualino Settebellezze”, si afferma come divo internazionale incarnando l’uomo italiano, così come lo immaginano all’estero. Nel 1980 viene diretto da Rainer Werner Fassbinder in “Lili Marleen”, recita in numerosi film statunitensi tra cui l’episodio “La vita senza Zoe” diretto da Francis Ford Coppola in “New York Stories” (1989), ne “Il profumo del mosto selvatico” (1995) di Alfonso Arau, in “Hannibal”di Ridley Scott del 2001, ruolo per il quale riceve un Nastro d’argento come miglior attore non protagonista.Recita in “Man on fire” (2004) di Tony Scott e nei film della saga di James Bond “Casino Royale” (2006) di Martin Campbell e “Quantum of Solace” (2008) di Marc Forster, in cui veste i panni dell’agente segreto René Mathis.

Conta numerosi premi,  tra cui sei David di Donatello, altrettanti Nastri d’argento, cinque Globi d’oro e il Prix per la miglior interpretazione maschile per Film d’amore e d’anarchia, della Wertmuller, al Festival di Cannes, nel 1973. Quattro anni più tardi la candidatura all’Oscar come miglior attore protagonista per Pasqualino Settebellezze (una delle quattro candidature del film agli Academy Awards), sempre diretto dalla grande regista romana.

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