Nella bella cornice del Teatro Diana in Napoli, il regista Ferzan Ozpetek firma la sua prima regia teatrale mettendo in scena l’adattamento di uno dei suoi capolavori cinematografici: “Mine Vaganti”, due David Di Donatello, cinque Nastri D’Argento, quattro Globi D’Oro, Premio Speciale della Giuria al Tribeca Film Festival di New York e Ciak D’Oro come Miglior Film.
Con un cast di attori di primissimo livello: Francesco Pannofino, Iaia Forte, Erasmo Genzini, Carmine Recano, con la grande Simona Marchini, Roberta Astuti, Sarah Falanga, Mimma Lovoi, Francesco Maggi, Luca Pantini e Eduardo Purgatori.
La storia di “Mine vaganti” viene narrata da Tommaso, interpretato da un bravissimo Erasmo Genzini, che attraverso dei flashback racconta quanto accaduto dal momento in cui ha deciso di rivelare ai suoi genitori di essere omosessuale e di non voler lavorare nel pastificio di famiglia ma di voler fare lo scrittore, attraverso un dialogo costante tra gli attori in scena e il pubblico presente a teatro che diventa parte attiva dello spettacolo, trasformandosi nella piazza del piccolo paese del Sud Italia in cui si svolgono i fatti.
Dal portale del Teatro Diana, Ferzan Ozpetek scrive – l’ambientazione pure cambia. Ora una vicenda del genere non potrebbe reggere nel Salento, perciò l’ho ambientata in una cittadina tipo Gragnano o lì vicino. In un posto dove un coming out ancora susciterebbe scandalo. Rimane la famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, con le sue radicate tradizioni culturali alto borghesi e un padre desideroso di lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli. Tutto precipita quando uno dei due si dichiara omosessuale, battendo sul tempo il minore tornato da Roma proprio per aprirsi ai suoi cari e vivere nella verità. Racconto storie di persone, di scelte sessuali, di fatica ad adeguarsi ad un cambiamento sociale ormai irreversibile. Qui la parte del pater familias è emblematica, oltre che drammatica e ironica allo stesso tempo.
Infatti, il pater familias interpretato da un suntuoso Francesco Pannofino, incarna drammaticità ed ironia, crea un rapporto costante con “la piazza”- pubblico, sembra davvero essere parte di quel contesto territoriale portato in scena da Ozpetek.
La più emancipata resta la matriarca della famiglia, interpreta da Simona Marchini, che arriva sempre prima di tutti, la mina vagante della famiglia, di una vita vissuta pienamente, interpretando con soave armonia quei celebri pensieri tratti dal pluripremiato film. È proprio lei ad invogliare il nipote Tommaso a non rinunciare ai propri sogni: “scrivi di noi, della nostra storia, della nostra terra, della nostra famiglia, di quello che abbiamo fatto di buono e soprattutto di quello che abbiamo sbagliato, quello che non siamo riusciti a fare perché eravamo troppo piccoli per la vita che è così grande”.
Degna di nota, l’attrice napoletana Iaia Forte, sembrava di stare in una commedia del Maestro Eduardo De Filippo.
È una commedia che lascia un buon sapore, da vedere, da cogliere ogni istante: è vita.
Al termine, ieri sera 8.4.22, il pubblico del Teatro Diana di Napoli ha tributato un lungo applauso e una standing ovation agli interpreti che hanno ringraziato visibilmente emozionati.
La commedia sarà in scena al Diana fino al 24 aprile.