l ministero della difesa russo ha annunciato una tregua per aprire corridoi umanitari. “Oggi, 5 marzo, si annuncia una tregua a partire dalle 10.00 del mattino ora di Mosca e corridoi umanitari sono aperti per l’uscita di civili da Mariupol e Volnovakha”
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky insiste affinché la Nato crei una no-fly zone accusando l’Occidente che vi si oppone di essere responsabile delle morti, tra cui si contano ormai anche molti bambini. E smentisce una sua fuga in Polonia, come insinuato da Mosca, facendosi riprendere nei suoi uffici di Kiev.
Il suo consigliere Mikhaylo Podoliak fa sapere che i negoziati con Mosca “non saranno facili ma ci saranno”. Intanto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, dice a Sky News Arabia che “l’operazione” – come Mosca definisce l’invasione – non punta a dividere l’Ucraina ma a trasformarla in un’area “smilitarizzata e libera dall’ideologia neonazista”.
Fiumi di profughi si dirigono verso le frontiere e una nuova riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu convocato per lunedì dovrà decidere come garantire i corridoi umanitari.
A Mosca, intanto, Putin oscura reti sociali e media e molti di questi lasciano la Russia. Diverse federazioni sportive mettono al bando gli atleti russi e bielorussi, tra queste la ginnastica e la boxe. L’Occidente applica le sanzioni sui beni degli oligarchi.
Al quartier generale Nato di Bruxelles i ministri degli esteri dell’Alleanza restano fermi sulla decisione di non entrare nel conflitto ma evocano pericoli anche per Bosnia, Moldavia e Georgia.