i Padri Pisani, ovverosia della Congregazione del Beato Pietro da Pisa, Pietro Gambacorta, che raccolse questi frati fondando, La Congregazione dei Padri Pisani di San Girolamo, seguenti la regola dell’autore della Vulgata, giunsero presso la attuale Chiesa del Carmine di Pomigliano nel 1840.
Nel 1843 chiesero ed ottennero dal Pontefice il trasporto di una lapide con reliquie di una tale Santa Afrodite, vergine e martire, una fanciulla le cui reliquie erano ubicate nella Catacomba di Priscilla.
Di più deposero e conservarono in sagrestia la Bolla di Papa Gregorio XVI che elevava la Chiesa a dignità di Santuario.
Il convento assurse alla dignità di Santuario, dunque, e per di più Santuario Universale essendone concessa l’erezione dal Pontefice.
Da subito i Pisani cercarono di sostentare lo stesso, chiedendo al vescovo di Nola la possibilità di raccogliere offerte in onore della Santa, al fine di celebrare la festa in suo onore nell’anno venturo nonché edificare.
Una statua lignea in suo onore eseguita poi dallo eseguita dallo scultore napoletano Giuseppe Catello, con bottega vicino a Santa Chiara. Furono anche stampate e figurine e libretti, eseguiti dallo stampatore Filippo Scala. Fu, inoltre, affrescata la volta della Chiesa con immagini relativi alla vita ed al martirio della stessa. Il priore Giulio Berardi, assoldò due questuanti, col compito di raccogliere le offerte per il paese e le campagne
Nel 1866 vi fu la soppressione degli Ordini Religiosi e i Pisani lasciarono il luogo, fuggendo, e portando con sé ogni traccia che riguardasse Santa Afrodite. Verosimilmente, ma alcune di esse possono anche essere andate perdute o distrutte, la statua lignea, sappiamo poi che scene della Passio erano affrescate sulla volta ma nel 1970 circa fu tutto coperto ed imbiancato.
Restano quindi solo i documenti potremmo dire indiretti, gli atti, le istanze, le richieste d’offerta, che testimoniano tutto quanto supra.
Attualmente la Chiesa è intitolata al Carmine ed è per di più Rettoria.
Per rettoria si intende, la chiesa che, pur trovandosi in un territorio parrocchiale, non svolge funzioni di parrocchia e dipende dalla chiesa parrocchiale del luogo per quanto riguarda le questioni canoniche e le direttive pastorali.
Rettorie sono pertanto le chiese di istituti secolari, clericali e laicali, le cappelle, i santuari non elevati a parrocchia e le chiese dei seminari.
Il sacerdote che vi presenzia è denominato rettore e la sua nomina dipende dal Vescovo diocesano, anche quando si tratti di un membro di un istituto religioso.
Compito del rettore è quello di reggere la chiesa che gli viene affidata promuovendo il culto e la partecipazione alla liturgia domenicale, mentre la partecipazione libera all’Eucarestia non viene ostacolata ai fedeli che vogliano frequentare le chiese rettorie. Il rettore non ha però la facoltà di compiere ministeri parrocchiali se non con esplicito consenso del parroco di appartenenza; ciò avviene quando nel territorio la chiesa rettoria, in forza della sua posizione, occupa un ruolo rilevante per un riferimento spirituale dei fedeli.
Il Diritto Canonico prevede per la rettoria determinate attività concesse al rettore della chiesa e altre di esclusiva competenza del parroco che al rettore sono interdette. Tale è l’amministrazione dei Sacramenti del Battesimo e della Confermazione.
Ma cosa resta del Santuario? Si è Estinto?
Ce lo spiega Monsignor Luigi Castiello, Officiale della Curia di Napoli, Cappellano Ospedaliero, Cappellano SMOM di Benevento.
Dopo averlo reso edotto circa la “storia” dell’ex convento e se poteva ancora definirsi Santuario o già Santuario lo stesso ci ha illuminato in merito.
Occorre ricorrere a quanto statuito dal Libro IV, Parte III, Titolo I, Capitolo III del Canone.
Secondo il Canone1230, con il nome di santuario si intendono la chiesa o altro luogo sacro ove i fedeli, per un peculiare motivo di pietà, si recano numerosi in pellegrinaggio con l’approvazione dell’Ordinario del luogo.
Occorre poi distinguere, un santuario, perché possa dirsi nazionale, deve avere l’approvazione della Conferenza Episcopale, perché possa dirsi internazionale si richiede l’approvazione della Santa Sede.
In buona sostanza il Canone 1231 ci sta dicendo che il Santuario ora del Carmine era Internazionale, perché eretto con Bolla Pontificia e non Nazionale.
Di più non dicono i Canoni sino al 1234 § 2 se non che i Santuari hanno un munus devozionale, in genere una reliquia, una data devozione popolare che porta a pellegrinaggi di frequenza alta o bassa Nei santuari, infine, si offrano ai fedeli con maggior abbondanza i mezzi della salvezza, annunziando con diligenza la parola di Dio, incrementando opportunamente la vita liturgica soprattutto con la celebrazione dell’Eucaristia e della penitenza, come pure coltivando le sane forme della pietà popolare con testimonianze della devozione.
Quindi in merito alle cause Estintive dei Santuari?
Non esistono cause Estintive di un Santuario, non sono contemplate, anche nell’esempio che avete posto in essere, anche se i Pisani sono andati via, se è gestita da altri ordini o da sacerdoti, la mancanza del munus, come quella della devozione popolare e delle reliquie non inficia col titolo.
Anche se questo ha efficace nominale.
La Chiesa del Carmine, è Santuario a tutti gli effetti.
Giovanni Di Rubba