Ne parliamo con
LUIGI DI COSTANZO
già Assessore all’Agricoltura della Regione Campania
G: Buongiorno, in merito alla ornitologia pomiglianese cosa ha da dirci?
L: La stessa ha subito alcuni mutamenti, dovuti al cambio dell’habitat.
Per fare un esempio l’Upupa (Upupa epops) ed il Falchetto, che prima erano qui solo di passaggio, ora sono divenuti stanziali e nidificano anche. Vi sono stormi nelle periferie e nel centro urbano, e nidi negli alberi e nelle alture, teniamo conto che vari sono gli alberi secolari sul territorio.
Vi sono poi Passeracei, Gazze (Pica pica), Cornacchie (Corvus corone), Colombacci (Columba palumbus). Quest’ultimi se prima effettuavano spostamenti solo diurni ora risiedono stabilmente.
Presente, ma diminuita, la presenza di Chiropteri (i pipistrelli).
G: Passiamo adesso ai Roditori ed ai Canidi ed ai Felini:
L: Oltre a Ratti (Rattus norvegicus) e Topi Selvatici (Apodemus sylvaticus) abbiamo i Ricci (Erinaceus europaeus) che hanno, con i loro aculei sempre la meglio nello scontro con i Ratti, nonostante la differente mola.
Vorrei sottolineare che nelle periferie stiamo incontrando spesso la Donnola (Mustela nivalis),la Faina (Martes foina) la Volpe (Vulpes vulpes).
Questi sono ghiotti di pollame ma ora si ritrovano, con frequenza, a mangiare nei bidoni della immondizia, avvicinandosi comunque ai centri abitati.
Abbiamo poi, ovvio, Cani e Gatti ma lo diamo per scontato.
G: In merito ai Rettili?
L: Abbiamo la Biscia (Natrix natrix), innocua, poi ovviamente Lucertole (Lacertilia Günther) et similia.
La Vipera, invece, la riscontriamo salendo verso Soma Vesuviana, in quanto richiede determinate alture ed uno specifico territorio.
G: Per quanto concerne la attività Agricola e l’Allevamento?
L :Occorre primariamente dire che il Virus Sharka Plum Pox Virus ha co0lpito diversi Albicocchi e Peschi, al punto che gli agricoltori hanno putato su pomodori, noci, susine e tuberi, stano ritornando anche i vigneti
L’allevamento, nelle zone periferiche, è soprattutto di pollame, qualche suino, pochissimi gli ovini, fino a qualche tempo fa si assisteva ai pascoli, ma ora sono rarissimi. Bovidi praticamente assenti, qualche Equino c’è.
G: Passiamo alla Flora?
L: Da sottolineare che Pomigliano è ricca di alberi secolari.
Molti Platani di via Roma sono stati recentemente abbattuti a causa di un tumore che li ha colpiti, il Ceracystus platani, ne resta qualche esemplare.
Vi sono poi alcune specie di Abeti, il Pino Marittimo (Pinus pinaster) ed il Pino Comune (Pinus pinea).
G: Tra gli arbusti, invece?
L: Le piante più note presentano caratteristiche simili, come crescita bassa, fusti resistenti e foglie rigide e coriacee: alcune specie di erica e di euforbia, il lentisco (Pistacia lentiscus), il mirto (Myrtus communis), l’alloro (Laurus nobilis), il rosmarino (Rosmarinus officinalis), alcune specie di ginepro , la ginestra (Cytisus scoparius), l’oleandro (Nerium oleander)
Presenti diverse erbe aromatiche citiamo: il basilico (Ocimum basilicum), la salvia (Salvia officinalis), l’origano (Origanum volgare), il timo (Thymus vulgaris),alcune specie di menta .
G: E, per concludere, i Funghi?
L: Vi è l’Amillaria mellea. Quando nascono i Funghi è l’anticamera della morte dell’albero, per il processo attraverso il quale il fungo nasce e cresce e si sviluppa.
Dopo 4 anni l’albero morirà, sempre e non ci sarà dell’acqua a ravvivarlo.
Ad ogni modo abbiamo Chiodini e Pioppini
G: E le Oche e Papere presenti nel Parco Pubblico?
L: Quelle possono annoverarsi come Fauna domestica, in quanto presente in tutti i parchi, quasi come ornamento.
G: Ma quale è la causa di questi spostamenti e migrazioni di cui abbiamo parlato supra, c’entra il Covid 19, nel senso che la nostra assenza per le strade e sui terreni ha modificato le abitudini di vita della fauna presente ?
V: A mio avviso no, la causa è solo l’inquinamento, vedete tra gli anfibi prima a Pomigliano, ed anche altrove, vi erano le Rane. Con l’acqua sporca non crescono più.
Stesso dicasi per gli altri esseri viventi che, senza corsi d’acqua puliti, non possono adempiere alla propria sussistenza e migrano altrove.
Giovanni Di Rubba