Il genocidio taciuto. Richiesta di delibera di riconoscimento alla Città di Pomigliano d’Arco

La notte del 24 aprile 1915 iniziava l’odierno e sistematico massacro del popolo armeno nei territori governati dall’allora Impero Ottomano.

Si trattava del primo genocidio del secolo scorso.

La repulsione culturale e l’isolamento sistematico connotò a livello ultra-nazionale o spostamento forzato non solo in una mera ghettizzazione ma in un genocidio, basato su principi razziali genocidio e pulizia etnica.

Questo stato di cose durò ben otto  anni, in cui la popolazione armena dell’Anatolia venne deportata verso la Mesopotamia a marce forzate, sotto temperature orride, orribili,  vere e proprie “marce della morte” in cui anziani donne bambini furono i più colpiti, morendo di stenti.

In pochi arrivarono a destinazione,  la maggior parte della popolazione morì durante il faticoso tragitto

Nel genocidio, il primo del secolo scorso, morirono un milione e mezzo di persone.

Lo sterminio del popolo armeno è una pagina terribile della storia contemporanea che, ancora oggi, per equilibri politici sottili e strategie diplomatiche machiavelliche, ancora non è riconosciuta una volta e per tutte.

Gli Armeni  sono un patrimonio inestimabile dell’umanità, nella essenza e nella cultura e nell’atto.

I loro detti sono la lieve sabbia che ti sfiora la pelle ma roccia possente collide col tuo cuore

Giornata di commemorazione del genocidio armeno - Vatican News

Già dalla fondazione della Associazione Regina Elena odv, nel 1984, il Comitato  prese a cuore la questione Armena al fine di far riconoscere il Genocidio e soprattutto di farlo conoscere a giovani e ragazzi.

L’Europa e l’allora pontefice Benedetto XV riconobbero da subito il genocidio, poi ci fu la dominazione dell’URSS e l’Armenia divenne popolo indipendente, Repubblica, solo nel 1992.

Nel 2015 ebbe un riconoscimento ufficiale da Papa Francesco.

La marcia popolare che ha cambiato l'Armenia («ma il difficile arriva  adesso») - Tempi

Vari paesi dell’UE riconoscono l’esistenza del genocidio del popolo armeno, attualmente il genocidio armeno è riconosciuto ufficialmente da 21 stati, tra i quali, dal 2019, l’Italia.

Il popolo armeno rivendica il diritto alla memoria e alla verità storica; l’Armenia conduce con orgoglio una battaglia culturale, religiosa, etnica, morale  e di civiltà contro la prepotenza e la negazione.

È responsabilità delle istituzioni, a partire da quelle locali e comunali, attivarsi affinché ci sia un riconoscimento internazionale su un olocausto che ancora oggi pochi conoscono.

Il genocidio è una vicenda che va ricordata per costruire una coscienza collettiva a difesa dei diritti di tutte le minoranze.

I sopravvissuti al massacro e i loro familiari hanno chiesto di rendere giustizia, una giustizia non personale ma per l’umanità intera e non solo materiale ma di MEMORIA.

 È infatti il genocidio  un crimine vile ed odioso che si basa su teorie pseudo-darwiniane e pseudo-scientifiche e tende ad escludere l’altro, il diverso, in maniera sistematica, utilizzando la scienza in maniera inesatta e ingenerando confusioni, soprattutto in periodi come quello pandemico che stiamo ed abbiamo vissuto.

Il respiro di un popolo è l’avvenire dell’umanità, recita un detto armeno.

La memoria degli otto anni di violenza perpetrata, delle orribile marce, dello sterminio di bambini,  e del silenzio perpetrato per decenni è stata una doppia lama nel saggio umano.

Nonostante il genocidio armeno sia riconosciuto, almeno formalmente, in tutto l’occidente,  24 aprile ne cade la memoria e l’anniversario,  la Turchia si è sempre rifiutata di riconoscere il genocidio degli armeni, sdrammatizzando i fatti e minimizzando il numero delle vittime.

Né il loro Ministero degli Interni né degli Esteri né Ankara hanno mai dato importanza o ammesso l’esistenza in fatto dell’evento né, di conseguenza, preoccupati di chiedere scusa.

Parlare del genocidio rappresenta addirittura una violazione dell’articolo 301 del codice penale locale, che punisce le offese “alla nazione turca”, un’ottica non solo negazionista o che incoraggia il negazionismo ma un’ottica che punisce chi non è negazionista.

Tale atteggiamento tirannico è inviso ed inaccettabile per i popoli umani, unendo all’orrore il reato ed al reato il ghigno

Anche diversi Comuni e Città, attraverso il Grand Ufficiale Rodolfo Armenio, delegato della Associazione Elena Montenegro odv, hanno riconosciuto formalmente deliberato lo sterminio/genocidio Armeno, Scafati, Stabia.  

Nella giornata di ieri l’invito è stato consegnato anche a Pomigliano d’Arco, città dalla forte vena di indipendenza e da una storia che la caratterizza e l’ha caratterizzata, di uomini, politici e giuristi illustri, padri e fautori dei diritti contemporanei .

A che Türkiye Cumhuriyet-Repubblica Turca muti responsabile  Recep Tayyip Erdoğan la sua linea politica sino e oltre il riconoscimento, l’ammissione, la quantificazione concreta del massacro e le pubbliche scuse all’umanità.

 Giovanni Di Rubba

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