Lunedì 24 gennaio si celebrerà la memoria di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.
Uomo di classe medio -alta studiò l’equitazione, la scherma e fu poi avviato agli studi giuridici presso la Università di Parigi, una delle più prestigiose dell’epoca.
Quivi iniziarono i suoi rimorsi e la sua lotta interiore contro i piaceri della carne. Ne fu liberato solo recitando i versi della preghiera di San Bernardo “Memorare Piissima Virgo”
Dopo la laurea ed un pellegrinaggio a Loreto ed a Roma fu nominato avvocato del senato di Chambery, ma rifiutò l’incarico accettando quello di preposto del capitolo di Ginevra, ad Annecy, offertogli contemporaneamente.
Questo provocò lo sdegno e la rabbia della Famiglia.
Purtuttavia egli continuò nella cura degli infermi con zelo vivacissimo, donando loro spesso parole di conforto e dediche scritte su foglietti con passi biblici o evangelici.
Anche nella predicazione contro i protestanti fece largo uso della scrittura, affiggendo tesi cattoliche ed errori protestanti con un lessico semplice ma profondissimo.
Addirittura ebbe l’idea di pubblicare dei proto-quotidiani e delle proto-riviste, legando assieme i fogli densi di parole che raddolcivano il cuore e riprendevano con dolcezza.
Questo lavoro fatto a Thonon, in Chablais, riuscì a ripopolare e riconciliare, nel territorio vi erano stati saccheggi e profanazioni di Chiese e Monasteri, nonché diversi assassinii per fede.
I protestati calvinisti tentarono di ucciderlo ma egli sfuggì sempre miracolosamente dalle loro mani e dai loro tribunali.
Dopo pochi anni il duca Carlo Emanuele di Savoia ebbe il lieto annunzio che ben venticinquemila persone erano ritornate al cattolicesimo.
Il papa Clemente VIII ed il Re di Francia Enrico IV lo incaricarono di diverse missioni.
Iniziò allora i suoi giri di predicazione, dove non mancava mai il ricorso alla scrittura, anche semplificata per gli indotti.
Fu grafomane e, oltre agli scritti per uso pratico, ci fornì una intensa bibliografia ricca di volume.
Patrono, come detto, dei giornalisti e della Stampa è esempio vivo per l’attività del giornalista che deve essere semplice ma pregnante e profonda.
E scrivendo spesso anche sui muri senza esitazione possiamo considerarlo patrono anche dei writers.
Giovanni Di Rubba