Il 24 Gennaio inizieranno le operazioni di voto per la elezione del 13esimo Presidente della Repubblica Italiana.
Le votazioni saranno a scrutino segreto con la necessità della maggioranza qualificata (2\3 dei componenti) per i primi tre turni, dopo “basterà” la maggioranza assoluta (metà più uno dei componenti).
Fare nomi, anche in vista della pandemia che assedia il Globo, della difficile situazione in politica estera tra Russia Kazakistan, Polonia ed altri Paesi dell’Est.
In prima istanza si esclude un Mattarella bis per esplicita dichiarazione del medesimo, che si è detto non disponibile ad accettare un secondo mandato.
I possibili papabili, come in un diagramma, potrebbero discendere dai due grossi blocchi\nomi: Silvio Berlusconi e Mario Draghi.
Berlusconi potrebbe avere tutti i numeri e lo charme ed il potere per essere il “prescelto”. Purtuttavia i suoi pregi sono un Giano Bifronte, grande imprenditore, dall’edilizia alle TV da lui fondate, alla discesa in politica per un totale di 20 anni.
Quello che mancherebbe al Berlusconi è una sorta di autorevolezza non a livello internazionale ma a livello mediatico. L’uomo comune non si riconoscerebbe in un Presidente della Repubblica, Arbitro Costituzionale, di tal guisa. se non altro per gli attacchi alle lungaggini delle procedure Costituzionali poste in essere dal medesimo.
Si apre allora lo scenario Mario Draghi, che però è attualmente Presidente del Consiglio dei Ministri e, rebus sic stantibus, ove divenisse Presidente della Repubblica, si aprirebbe molto probabilmente un vulnus in Parlamento ed una nuova crisi, con altissima probabilità di tornare alle urne. L’ipotesi Carlo Conte o Luigi Di Maio Premier si renderebbe, infatti, poco probabile. Come improbabile Salvini o Meloni a Palazzo Chigi senza elezioni.
Tra i nomi di donna di una certa levatura vi è la attuale Guardasigilli, Marta Cartabia, giurista e costituzionalista, che in questo mandato sta operando in maniera ottimale, portando, tra le altre operazioni, in Patria alcuni Brigatisti.
Sarebbe la prima donna Presidente, con tutti i requisiti ed una abitudine alla Terzietà.
Altra donna, anch’ella candidato ottimale e competente, Elisabetta Casellati, Presidente del Senato della Repubblica e con un ottima esperienza alle spalle.
Ha espresso chiaramente, invece, di non accettare la candidatura Emma Bonino, ex Radicale, sottolineando però che per lei le giovani donne devono farsi avanti e di continuare a lottare per le libertà umane.
Pier Ferdinando Casini è un nome sponsorizzato da Matteo Renzi, ex Presidente della Camera sotto Berlusconi, ma potrebbe incontrare le resistenze dei 5 Stelle.
Meno pericoloso per i 5 Stelle Gianni Letta, che potrebbe essere l’alter ego di Silvio su cui convergano i voti.
Si sussurra anche il nome Franco Frattini, imparziale ed in buon rapporto col Parlamento ma comunque appartenente alla Lega Nord, aspetto che potrebbe frenare alcuni voti.
Marcello Pera altro papabile, con una buona dose di probabilità. Ex Presidente del Senato sotto Berlusconi per autorevolezza ed esperienza avrebbe tutte le carte in regola.
Romano Prodi e Giuliano Amato hanno entrambi preso la richiesta con ironia, negando di voler “concorrere” essendo troppo anziani, per esperienza ed età.
Su Pier Luigi Bersani la questione resta un punto interrogativo. Non citato da voci di corridoio la sua elezione potrebbe essere un fatto concreto o una impossibilità
Stimato da PD e dalle destre Giancarlo Giorgetti, persona competente ed attualmente al Ministero per l’Energia. anch’egli però di provenienza leghista, aspetto questo che potrebbe frenare le sinistre.
Questi i papabili, ma come ogni “conclave” ci si aspetteranno senz’altro sorprese o outsider inaspettati.
Giovanni Di Rubba