G: Buongiorno Ricciulillo, voi siete un emblema oramai per Pomigliano d’Arco e per i paesi limitrofi. Come è iniziata la vostra attività?
R: Mia nonna, la madre di mia madre, svolgeva questa attività a Ponticelli. Mia madre ebbe da lei, a sua volta un banco e proseguì.
La famiglia era numerosa, undici maschi e tre femmine, all’epoca usavamo i banchetti in legno e da Ponticelli ci trasferimmo a Sant’Anastasia.
A mia volta io, nella mia gioventù, da Sant’Anastasia venivo a vendere a Pomigliano dove, fuori del Cinema Teatro Gloria, conobbi quella che divenne mia moglie.
A questo punto mi sono stabilito qui ed è nata la mia storia familiare e lavorativa.
All’epoca avevo 17 anni.
G: I vostri fratelli pure hanno seguito questa strada?
R: Gli altri fratelli ognuno ha seguito la sua strada, però la maggior parte svolge la medesima attività ma in altri paesi: Sant’Anastasia, San Giuseppe Vesuviano, Terzigno etc.
G: Con la qualità dei vostri cibi e con la clientela numerosa avete mai pensato di aprire un franchising, una catena di ristorazione Ricciulillo?
R: Sì personalmente volevo aprire una friggitoria nelle più importanti città italiane, Milano, Napoli, etc. ma i miei fratelli all’epoca non furono d’accordo
G: Ricette speciali?
R: Zeppole, panzarotti, scugnizzielli, pizza fritta ed altre leccornie personalizzate.
G:Da quando svolgete questa attività?
R: Da 52 anni, ora ho 70 anni e mi ritengo tra gli ultimi sopravvissuti della ristorazione da strada.
Giovanni Di Rubba