G: Buongiorno agente, iniziamo subito con le denunce online. Cosa sono? è sempre possibile farle? Portano benefici alla sburocratizzazione?
A: Va sottolineato che in un primo momento era possibile porre in essere denunce online per qualsiasi fattispecie di reato. Tuttavia chi si occupava della raccolta era, ed è ancora, la Polizia Postale che riceveva una grossa mole di denunce non gestibili e non smistabili.
Per questi motivi ora si è tornati al vecchio sistema della denuncia all’ufficio preposto e le denunce online che trata la Postale sono solo quelle relative a crimini informatici, truffe online, pedopornografia etc.
G: Veniamo all’App YouPol. Di cosa si tratta?
A: Cominciamo col dire che questa App è attiva da circa un anno, ed ha portato non pochi benefici in tempi di lock down, come continua a fare. Essa però non è utilizzabile per tutte le categorie di reato ma solo per Violenza Domestica, Bullismo, Spaccio di Sostanze Stupefacenti.
L’App si scarica tranquillamente come qualsiasi altra ed ha un funzionamento simile a WhatsApp.
G: I testimoni o le vittime possono beneficiare dell’anonimato?
A: Certo, basta tra l’altro, quando viene scaricata, non inserire i dati personali in registrazione.
Si tenga conto però che quando una denuncia è anonima la pattuglia non è obbligata ad intervenire, o meglio anche se non interviene non incorre nel reato di omissione di atti d’ufficio.
È ovvio poi che se la situazione si palesa particolarmente grave la polizia si recherà sul posto ugualmente, come è spesso successo in questi periodi di chiusura forzata, specialmente per il bullismo e la violenza sulle donne.
Dopo l’intervento, ovviamente, occorrerà formalizzare la denuncia con i metodi tradizionali.
Giovanni Di Rubba