Giovedì 7 ottobre 2021 alle ore 17,30 presso la Distilleria – Sala delle Capriate – Via Roma, 281 Pomigliano d’Arco è stato presentato il libro di Nino Daniele, Antonio Di Florio, Tano Grasso edito da Guida “Ercolano. Una storia antiracket”, storia della liberazione di una città dalla camorra e dal racket.
Evento Organizzato dal gruppo Consiliare Pomigliano 2020 e coordinato da Nicola Manna scrittore e giornalista di Report Vesuviano.
Una storia raccontata insieme agli autori, dal Sindaco Gianluca Del Mastro che riveste anche la carica di Presidente della Fondazione Ville Vesuviane che ha sede nel comune di Ercolano, dal Vicesindaco Eduardo Riccio, dal Consigliere Comunale Angelo Toscano e dal Presidente della Fai di Pomigliano Salvatore Cantone Questo è un libro singolare e curioso nel quale il lettore ritroverà le questioni, i dubbi, le difficoltà, le riflessioni di chi racconta la storia essendo stato il principale protagonista.
“La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine”, diceva Giovanni Falcone, il magistrato che ne fu vittima con la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta nella strage di Capaci avvenuta 28 anni fa.
La domanda principale che accomuna tutte e tre gli autori, in sintesi, è questa: se la storia viene raccontata in modo coinvolgente e adatto al tempo di oggi, è possibile dare più significato ai contenuti di storia, renderli più vivi, far sentire di più la relazione tra passato e presente? La risposta è senza dubbio affermativa e vale in generale, per chiunque si avvicini ai contenuti storici. I tre autori, tuttavia, in alcuni punti concentrano il ragionamento sui più giovani. Allora la questione si sposta dal piano della comunicazione per diventare una questione didattica. Necessita quindi di più precisazioni.
Apre la serata il sindaco di Pomigliano Gianluca Del Mastro: “A Pomigliano abbiamo creato una white list di coloro che hanno denunciato le estorsioni e stiamo studiando la possibilità dell’esenzione dal pagamento delle tasse comunali per queste persone. Si tratta di misure tese a incentivare la denuncia di pratiche aberranti nella speranza che la nostra terra diventi terra di legalità. A ogni modo rivolgo un plauso a Daniele, Di Florio e Grasso per quello che sono riusciti a fare a Ercolano”
Una storia che rivive attraverso la testimonianza dei protagonisti di quei giorni:
“Tra il 2005 e il 2010, Ercolano era una città sconvolta da una scia di delitti e sangue per una faida tra clan, tra le più feroci che si ricordino in Campania. Poi, la svolta, resa concreta dai processi che hanno prodotto arresti e condanne per centinaia di boss e gregari tra cui 44 ergastoli già passati in giudicato.” Sono le appassionate parole del Colonnello Antonio De Florio, all’epoca reggente della Tenenza dei CC di Ercolano.
Il vicesindaco Riccio ha evidenziato la necessità che “l’amministratore comunale non debba chiudersi nelle stanze del municipio scegliendo invece di stare tra la gente e al fianco della gente”. “Il libro su Ercolano è un manuale di buona amministrazione pubblica e l’associazione antiracket è fondamentale per una città, così come è fondamentale la costituzione di parte civile dei comuni ai processi”.
”A dare forza a quel percorso non furono solo i commercianti. L’intera città di Ercolano, senza alcuna esitazione afferra il valore dei processi in tribunale, tutta la città si schiera attorno ai commercianti e all’associazione antiracket.” Ribadisce Eduardo Riccio.
Parole, queste, che hanno richiamato l’intervento di Salvatore Cantone, il quale ha ribadito la necessità di sostenere la sede dell’associazione antipizzo di Pomigliano, che si trova in un bene confiscato a un clan della camorra, nel centro della città. “Le istituzioni devono sempre sostenerla – ha detto il presidente dell’associazione Pomigliano per la Legalità-Domenico Noviello – perchè la sede è di tutti i cittadini di Pomigliano”
“Sono piacevolmente sorpreso dalla partecipazione di stasera,( la sala era gremita di cittadini, amministratori locali, il Presidente del Consiglio Comunale, il Presidente della Fondazione Pomigliano Infanzia, il Presidente ed il cda di Pomigliano Danza) – ha esordito Daniele – comunque a proposito della mia esperienza da sindaco a Ercolano devo ricordare che la camorra in quegli anni è stata sconfitta grazie alla realizzazione di un metodo che ha visto nell’associazionismo antiracket il suo fulcro: a Ercolano ora il racket non c’è più. Ma non se ne parla a sufficienza, non si comunicano adeguatamente le esperienze vincenti”.
“Si parla spesso della vicenda di Ercolano che resta, tuttavia, poco conosciuta nei suoi passaggi. E, invece, potrebbe diventare un modello di metodo per arrivare agli stessi risultati in altri luoghi sopraffatti dalla criminalità organizzata.” Conclude Nino Daniele.
Concetti ribaditi dal Capogruppo Consiliare di Pomigliano 2020 Angelo Toscano, nel suo appassionato intervento.
“Da questa esigenza nasce il testo per mostrare che non si è trattato di un fatto eccezionale o irripetibile perché determinato dal caso. Ma da una strategia consapevole generata da un patrimonio di esperienza italiana trentennale di lotta alle mafie” esordisce Tano Grasso
“Mafia e camorra possono essere sconfitte e fermate nella loro corsa di distruzione dove dominano, tra l’altro, usura e pizzo”. Prosegue Tano Grasso: “Bisogna rendere poco conveniente il pizzo a chi è propenso a pagare – l’intervento finale di Tano Grasso, padre dell’associazionismo antiracket in Italia a partire dall’esperienza di Capo d’Orlando, nel 1990 – ed è quello che abbiamo fatto anche a Ercolano. Noi non possiamo aspettarci dai politici la soluzione del problema. Dobbiamo invece unirci trovando le strade giuste, soprattutto quelle che tolgono la convenienza reciproca tra estorsore e vittima ad alimentare una piaga che va eliminata. Io ricordo sempre a tutti che la ‘ndrangheta è diventata la più potente organizzazione mafiosa italiana anche perché le aziende del nord durante la costruzione dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria hanno trovato reciprocamente conveniente pagare il pizzo pure attraverso i sub appalti di movimento terra. E ora gli imprenditori onesti calabresi si trovano nella quasi impossibilità di operare perché le aziende della ndrangheta sono più ricche, più forti e monopolizzano tutte le attività”.
“Il collante del Modello vincente nella lotta ai clan camorristici, è costituito dalla fiducia nelle Istituzioni e nel rispetto delle singole competenze! Mai è venuta meno questa condizione, consapevoli del grande lavoro che vede sempre impegnati in prima linea, sia la magistratura che tutte le forze dell’ordine. Lavoro portato avanti con passione, competenza e discrezione, con l’unico scopo di assicurare alla giustizia gli autori dei più svariati crimini.” Tano conclude tra gli appassionati applausi.